In seguito all’annuncio di questa nuova versione del titolo, il simpatico Wobbledogs è finalmente arrivato su console, perdendo l’esclusività per piattaforme che supportano Steam. Il progetto, sviluppato da Animal Uprising e pubblicato da Secret Mode vuole farci tornare indietro nel tempo, precisamente al tempo dei Tamagotchi!
Possiamo infatti descrivere Wobbledogs (e la sua console edition) come un interessante esperimento di allevamento che unisce meccaniche moderne e tradizionali per il genere: vediamo più da vicino il risultato con questa recensione del titolo nella sua versione Nintendo Switch.
Allevare senza pensieri
Come abbiamo accennato in apertura di recensione, Wobbledogs è un titolo appartenente al genere dei simulatori di allevamento, con una nota decisamente casual che non guasta mai. Il titolo, di fatto infinito nella sua struttura ma realisticamente “completabile” (ossia, potremo ammirarne tutte le meccaniche) in circa 10 ore, offre al giocatore un divertimento senza impegno.
Partiamo proprio da quest presupposto per descrivere al meglio l’esperienza offerta da Wobbledogs, pensata per un pubblico che non ha la volontà di impegnarsi o scervellarsi: il titolo può essere la perfetta definizione di “casual game”, risultando a tutti gli effetti inadatto a chi ricerca un qualsiasi grado di sfida, ma, al contempo, particolarmente consigliato ad un pubblico quantomai ampio e “disinteressato”.
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Un branco di cani… speciali!
In cosa consiste il gameplay del titolo? Semplice: nell’allevare, intrattenere e far crescere dei cani con il corpo da parallelepipedo! Queste creature sono in verità assai originali e particolari, in quanto il loro sviluppo da uno stadio all’altro avviene, come per i bruchi, tramite la creazione di bozzoli e, dettaglio non trascurabile, nascono dalle uova!
Il nostro scopo sarà essenzialmente quello di coccolare, giocare e far accoppiare i cagnolini immersi in un ambiente che potremo decorare a nostro piacimento: una struttura semplice e alla lunga piuttosto ripetitiva che consente, senza troppe pretese, di farci staccare la spina durante la sessione di gioco.
Ci piacerebbe poter dire che il gameplay, di base, offre altre alternative, ma non è così purtroppo. Sottolineiamo la presenza di simpatiche meccaniche come quella dell’ibridazione che, strutturata in maniera assai semplice ma gradevole, permette al giocatore di comprendere “quale strada” prenderà l’evoluzione e il mescolamento genetico dei cagnolini.
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La struttura artistica di Wobbledogs
Il titolo prende il lato giocoso dei casual game e lo fa suo anche sotto il punto di vista puramente artistico, offrendo al giocatore uno stile grafico che sembra ripreso dai disegni, simpatici e un po’ deformi, dei bambini, aggiungendo in ogni dove, dai menu alle schermate di gioco fino ai cagnolini stessi, tocchi di colore accesi e gioiosi.
Una scelta coerente e azzeccata con lo spirito stesso del gioco che ritroviamo anche nella colonna sonora dello stesso, pacata e giocosa come quella che potrebbe venire trasmessa in una stanza da gioco per bambini (l’idea dietro la creazione del titolo, a nostro parere, ricade proprio sull’idea di farci tornare giovani giocatori).
Il contesto nel quale ci troviamo immersi, sin dalle primissime battute è chiaramente giocoso e coinvolgente, pensato per avvicinare anche il pubblico di non-giocatori o di giocatori giovanissimi, incuriositi dall’esplosione di colore.
Sottolineiamo la presenza assai gradita di una localizzazione in italiano del gioco e di una serie di schermate ripensate per rendere il progetto il più fruibile possibile sulla console di Nintendo, in seguito al passaggio da PC.