Hai presente quei titoli di cui prima guardi il trailer e poi giocandoci ti ritrovi a chiederti se quello che hai davanti è lo stesso prodotto che avevi visto? Immagino che sia una cosa che capita almeno una volta nella vita di ogni videogiocatore che si rispetti; purtroppo è la stessa sensazione che ho provato per Wolf & Pigs: Out for Vengeance. Dopo aver visto il trailer così dinamico e dopo aver scoperto che il gioco è stato sviluppato da Visual Light, gli autori del più che ottimo Throw Anything, avevo delle aspettative piuttosto buone per questo Wolf & Pigs: Out for Vengeance.
Sfortunatamente come avrai intuito dal titolo queste aspettative non solo non sono state rispettate, ma deluse appieno. Paradossalmente a sorprendermi in positivo non è stato il gameplay come mi sarei aspettato, ma tutto il corredo che vi è intorno.
Alla caccia dei malvagi tre porcellini
Uno degli aspetti che mi ha colpito di più è la trama; certo non stiamo parlando di una narrazione importante come quella di The Last of Us, ma paradossalmente è proprio la leggerezza di quest’ultima ad essere così efficace. Si tratta di un capovolgimento abbastanza comico e strampalato della classica favoletta del lupo e i tre porcellini. In quest’universo i tre porcellini sono malvagi e, aiutati da altri esemplari della loro specie, hanno dato la caccia a tutti i lupi, protettori degli altri animali. Il nostro protagonista è l’ultimo della sua specie ed è riuscito a sopravvivere ai tre infingardi.
La salvezza però non è giunta senza sacrifici; rimasto senza mani il nostro protagonista viene aiutato dal dottor Bacon, uno scienziato pazzo anch’esso suino, che riuscirà a restituire al nostro protagonista degli arti meccanici intercambiabili che non saranno altro che il core del nostro gameplay. Prima di passare a quest’ultimo, anche la trama non è esente da difetti, visto che si interrompe sul più bello, dopo la caduta del primo porcellino. Possibile che lo sviluppatore voglia fare dei sequel; non sarebbe un’idea malvagia, se solo non fosse che la durata del gioco (nonostante l’alta e rigiocabilità) si attesta su 2 ore o poco più.
Wolf & Pigs: Out for Vengeance crolla nel gameplay
E veniamo a quello che è il problema principale del prodotto. Il gameplay di questo titolo, mi rattrista ammetterlo, ma fa acqua da tutte le parti. Ciò che più mi ha lasciato sorpreso è stata la terribile mancanza di mobilità del titolo, un aspetto sul quale a una prima occhiata sembrava invece voler puntare. Il nostro povero lupetto infatti ha delle mani che potrà utilizzare come ganci e pistole, e che quindi consentono, una volta mirato uno degli appigli, di afferrarlo e di trasportarsi verso di essi.
In cosa si traduce questo una volta dentro il visore? Fondamentalmente in livelli sì ben strutturati dal punto di vista del design, ma completamente privi di dinamismo. Capiterà spesso per un motivo o per un altro che atterreremo davanti a un porcellino. A questo punto il gioco mostra la sua criticità più grande: non esiste modo per evitare o contrattaccare i colpi del porcellino perché rimarremo fissi nella nostra posizione senza possibilità di girarci o muoverci. L’unico modo per evitare i colpi degli avversari sarà quello di muoversi trasportandosi su un’altra piattaforma.
Anche qui, se la cosa fosse stata resa al meglio, sarebbe stato funzionale poter sparare al porcellino mentre con il gancio ci si spostava. La parte problematica di tutto questo però ricade anche su un altro aspetto. Il sistema di controllo è così meccanico che risulta difficile (se non impossibile) sparare al porcellino mentre ci si muove, perché per mirare le assi di legno che ci consentono di muoverci saremo costretti a spostare lo sguardo, visto che per afferrare la lastra di legno servirà quasi sempre una precisione chirurgica.
Siccome queste sono disposte distanti l’una dall’altra non sarebbe stato un problema rendere questo processo meno farraginoso e molto più automatico, in modo far riuscire tutto in maniera più naturale e meno difficoltosa, sarebbe bastato poter semplicemente puntare la mano verso il blocco di legno, così da non dover per forza guardare dove si mira e poter sparare quindi con l’altro braccio ai maialini in tutta tranquillità.
È possibile poi lanciare delle bombe ai nostri avversari anche se pure qui il sistema di controllo dà ancora una volta del suo peggio. Tirare le bombe è una vera e propria impresa, perché in qualunque modo si provi a lanciarle, queste di cadranno a pochi centimetri dai tuoi piedi. Piuttosto inaccettabile per uno studio di sviluppo che ha creato un gioco basato sul lancio come Throw Anything.
Per fortuna, siccome ci verranno donati parecchi power up, alcuni punti della mappa saranno inizialmente inaccessibili, una caratteristica che mitiga la scarsa durata del gioco e gli dona una buona rigiocabilità.
Sarebbe un ottimo punto a favore se solo il gioco fosse divertente da giocare. Purtroppo la difficoltà che deriva dal muoversi con un sistema di controllo così impreciso e il senso di costrizione che il gioco regala quando non saremo appesi a un gancio, sono due fattori che mi portano a bocciare completamente il gameplay del gioco. Semplicemente lo rendono inutilmente frustrante.
Uno stile cartoon azzeccato!
Graficamente il gioco non è nulla di che e utilizza un cell shading con una modellazione poligonale piuttosto abbozzata. A far da contraltare a questi modelli un pochino grezzi c’è un ottimo stile caricaturale che impreziosisce il titolo, donandogli carisma. Fra uno stage e l’altro ci muoveremo tramite un menù che altro non è che un carosello itinerante di cartone, che di volta in volta ci mostrerà gli sviluppi della trama in maniera veloce e simpatica.
Adatta allo stile del gioco la colonna sonora, che non spicca particolarmente, ma si rivela sempre piacevole da ascoltare. Ottimo il lavoro dei doppiatori.