A voi la recensione di un gioco cattivo e nero come la pece
Wolfenstein non è solo un nome, ma una storia: una serie che prosegue dall’ormai lontano 1992. Originariamente prodotto da id Software, creatrice di pietre miliari nella storia del gaming per PC come Doom e Quake, Wolfenstein 3D è considerato il primo, vero, FPS. Il gioco infatti fu accolto così bene dall’utenza da creare la classificazione First Person Shooter, per categorizzare quegli sparatutto in prima persona. Dopo i primi gloriosi capitoli, però, la serie stava andando alla deriva fino a che il prodotto non è passato sotto le mani di MachineGames, casa sviluppatrice acquistata da poco dal colosso Bethesda. Ma vediamo insieme perchè questo secondo capitolo riporta luce ad una serie che di luce non ne vedeva da parecchio.
Gameplay, ovvero una tonnellata di piombo
Abbiamo giocato la versione PC di Wolfenstein II, testato con mouse e tastiera. Il gioco reagisce veramente bene ai comandi, che sono semplici e intuitivi. La mappatura dei tasti, infatti, è la classica di un FPS: unica nota che stona è la necessità di dover premere il tasto E, adibito alla raccolta oggetti, veramente spesso. Tra questi oggetti ci sono i numerosi health packs, che sarebbero ottimi se solo non passassimo una buona parte della trama con un limite massimo di vita di 50 HP, prima di arrivare ai soliti 100. Se gli health packs portano la nostra vita sopra al massimo, la nostra vita inizierà a calare, fino a tornare al limite. Una sottigliezza, però, confronto alle tante ottime idee, come la primissima sezione di gioco, in cui saremo costretti a sparare ai nostri primi nazisti mentre siamo seduti su una sedia a rotelle o la possibilità di poter equipaggiare le armi in entrambe le mani.
La tattica non era un pregio dei nazisti
Non prendete questo sottotitolo come un difetto di questo gioco: a volte è la nostra unica salvezza. Infatti questo gioco, come annunciato anche prima dell’uscita dagli sviluppatori, non è molto permissivo. Giocando al terzo dei sei livelli di difficoltà ci è capitato diverse volte di venire disintegrati dai nemici, in determinati punti. Infatti questi nazisti, seppur veramente poco tattici, colpiscono duro, durissimo. I nemici non perdono tempo a valutare tattiche per arginarvi, accerchiarvi o limitare le vostre possibilità, si limitano semplicemente a nascondersi (male a volte) e sparare. Il loro numero e la loro mira, però, sono fatali: spesso è capitato di dover rigiocare diverse volte certi punti del gioco particolarmente ositili.
Chi ha incastrato BJ Blazkowicz?
Gli avvenimenti di questo secondo capitolo iniziano esattamente alla fine di quelli del primo. Infatti dopo che il generale Deathshead, nel suo ultimo respiro, si fa esplodere insieme a BJ Blazkowicz (il nostro protagonista), quest’ultimo è ridotto piuttosto male e si ritira nel Martello di Eva, una gigantesca nave rubata ai nazisti. Da qui inizierà l’inizio della nuova rivoluzione americana, contro l’oppressione nazista e contro la terribile Irene Engel.
Hitler in HD
Il livello grafico di Wolfenstein II è veramente valido e ottimizzato abbastanza bene, anche se non benissimo. Capiterà infatti che, se non possediamo una macchina di ultima generazione, ci sia qualche problemino in certe zone. In realtà non è tanto l’ottimizzazione il vero problema, quanto gli effetti di luci ed ombre: probabilmente uno dei veri pregi del motore grafico id Tech 6. Altra grande menzione va fatta per i visi, ben realizzati, realistici e dalla buona recitazione, nonostante questo non raggiunge il livello di altri titoli dello stesso calibro. Si parla comunque di grafica notevole, a 1920×1080 con un livello medio-alto dove si può già godere di panorami ben fatti e assorbire tutto il carattere dieselpunk di questo titolo. Anche le animazioni sono ben fatte, sia nei cinematic che nelle sezioni di gioco. Non abbiamo praticamente mai avuto l’impressione che i personaggi fossero legnosi o irrealistici, il tutto infatti è molto plausibile e con animazioni naturali.
Für Elise
Mick Gordon ha fatto un ottimo lavoro musicale: la soundtrack di questo gioco è a dir poco perfetta. Poche volte ci si trova davanti a delle musiche così ben realizzate e così giuste per il titolo che si sta giocando, se poi si aggiunge il fatto che ogni momento sarà caratterizzato da una determinata musica allora siamo a cavallo. Non mancano lavori esterni, che troviamo nei crediti finali, come una cover di “We’re Not Gonna Take It” fatta da Veilröth, di cui non si sa praticamente nulla. Sembra infatti che la cover sia l’unico lavoro di quest’artista e a moltissimi giocatori non è affatto piaciuta. Personalmente questa versione della famosa canzone dei Twisted Sister è piuttosto attinente al gioco, mentre la versione originale forse lo sarebbe stata meno.
Tu dici “Ja” io dico “Sì”
Il doppiaggio italiano di Wolfenstein II non è davvero all’altezza, anche se può sembrare una frase fatta. Qualitativamente parlando le voci italiane sono ottime, non siamo davanti ad un lavoro catastrofico come quello di Spyro o Alpha Prime, però non convince. Doppiatori di livello altissimo, che però recitano “all’italiana” voci o caratteri che di italiano hanno ben poco. Per chi conosce bene l’inglese sarebbe meglio affrontare il gioco in lingua originale, per goderne appieno. Chiariamoci un’ultima volta: il doppiaggio è ad un buon livello, ma spesso è inadatto al contesto. Rimane sicuramente molto godibile, anche se fa perdere un po’ di magia. Veniamo però piacevolmente salvati da certi personaggi che sono stati doppiati a dovere e regalano spesso momenti piuttosto divertenti nelle situazioni più rilassate.
Ratatatata
Rimanendo in tema audio, gli effetti sonori sono ottimi. Il rumore delle armi da fuoco, delle esplosioni, dei passi: tutto riprodotto in una qualità lodevole. Anche lo splatter vuole la sua parte, infatti anche le parti più crude (specialmente nei cinematics) avranno effetti sonori piuttosto convincenti. Dopotutto non ci si aspettava di meno, dato che saranno i suoni che sentiremo più spesso.
Salvami giocatore solitario!
Avremo a disposizione tre slot di salvataggio, per poter quindi di finire il gioco ad una difficoltà media per poi affrontarlo a livelli più alti o di far giocare qualcun’altro oltre a noi, senza compromettere i nostri progressi. Infatti il gioco, non avendo nessun contenuto multiplayer, nemmeno in locale, non ci permette di godere di compagnia. Un ritorno alle origini, che molti troverebbero fastidioso in questa nuova generazione di MOBA e MMO.
Crediti finali
Wolfenstein II è un gioco che riesce bene in tutto quello che fa, c’è da ammetterlo. Nonostante io sia una persona particolarmente critica, viene difficile anche a me smontare questo gioco: infatti ho dovuto criticare due o tre cosette che ho trovato particolarmente fastidiose, ma che non rovinano assolutamente la godibilità di questo titolo. La serie sembra davvero aver ritrovato quello che aveva perso con il tempo: la grinta. BJ Blazkowicz continua a pestare nazisti dal ’92 e, nonostante tutto, ha anche la forza di rialzarsi e combattere anche dopo 26 anni. Solo per questo il titolo guadagna tantissimi punti.