La Gamescom, come tutte le grandi fiere del settore, è un momento speciale. Questo perché è possibile, a volte, essere a contatto diretto con gli sviluppatori dietro i nostri giochi preferiti e vedere cosa ne pensano di determinati accadimenti del mondo videoludico. L’edizione di quest’anno ha avuto diversi protagonisti, ma tra le tante dichiarazioni vale la pena citare quella del game director dietro il team dei Wolfenstein, ÖJerfors Andreas.
Durante un’intervista, infatti, lo sviluppatore ha palesato la sua perplessità riguardo al fatto che i Wolfenstein siano considerati “controversi” per le loro tematiche. Il team di sviluppo, infatti, è rimasto molto sorpreso quando ha realizzato che l’atmosfera dei loro titoli possa essere vista come problematica.
“È davvero strano e deludente. Non abbiamo mai voluto questo. Volevamo solo narrare grandi e interessanti storie al meglio delle nostre possibilità.”
Wolfenstein, infatti, è sempre stata una saga in cui l’obiettivo principale è sempre stato quello di muoversi tra i diversi ambienti uccidendo nazisti. Un’attività semplice e immediata, che riporta i giocatori indietro nel tempo, di fronte agli Shooter vecchia scuola in cui il gameplay nudo e crudo la faceva da padrone. Perché tutto questo deve essere così problematico? Ecco cosa si chiedono gli sviluppatori del titolo.
La loro perplessità è giustificata, dato che i nazisti sono sempre dipinti come una forza malvagia nella serie. Sono uomini brutali e spietati, che non hanno nessuna accezione positiva. La saga di Wolfenstein viene anche ricordata per i momenti esagerati e per la violenza brutale, che rendono alcune scene davvero sopra le righe. Per quanto alcune di esse possano sembrare esagerate a un occhio esterno, ciò non toglie che l’immagine dei nazisti resti comunque fortemente demonizzata e, di conseguenza, non ci sarebbe nessun motivo di vedere le storie dei giochi come “controverse”.
È emblematico il caso del lancio di Wolfenstein II: The New Colossus e della campagna pubblicitaria fatta da Bethesda sui social media. Qui sono stati usati hashtag volutamente sopra le righe (in linea con il mood del gioco) come #NoMoreNazis o uno slogan che cita chiaramente quello di Trump: Make the America Nazi-Free again. Due frasi brevi e ad effetto, che rendono subito chiaro cosa si farà comprando Wolfenstain.
Dei gruppi di persone hanno generato una lamentela abbastanza estesa da costringere Bethesda a precisare che “i nazisti sono il male”. Era davvero necessario metterlo in chiaro?
No, non lo era. Questo perché Wolfenstein non inneggia al nazismo in nessun modo e, qualsiasi occhio attento e privo di pregiudizio, se ne renderebbe conto senza problemi. I videogiochi sono un medium maturo ed è normalissimo vedere anche atmosfere sopra le righe come quelle di Wolfenstein. Le opere controverse sono altre.
Se ti piace la saga di Wolfenstein, potrebbe interessarti la nostra recensione del recente Wolfenstein: YoungBlood.