In questo periodo di grandi difficoltà, in cui è all’ordine del giorno il sentir parlare di disparità di genere, Bungie ha deciso di fare la sua “piccola parte” per aiutare tutte le donne viventi situazioni di disagio o soggette a discriminazione, creando un ambiente di solidarietà e discussione: parliamo del club Women at Bungie.
L’iniziativa, che si inserisce a pieno nel programma già sperimentato dalla casa videoludica circa l’edificazione di gruppi di dipendenti costituiti da minoranze discriminate (e non) non solo nell’ambito videoludico, ma anche e soprattutto in quello lavorativo in generale, nascerebbe con lo scopo di creare un luogo sicuro e sano, dove chiunque possa ottenere la parola ed esprimersi fino in fondo.
"The Women@Bungie inclusion club seeks to improve the lives and opportunities of women within the studio, that core mission applies to women everywhere."
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— Bungie (@Bungie) June 9, 2021
Bungie all’insegna della parità di genere
Women at Bungie ovviamente non sarà riservato solo alle dipendenti di sesso femminile, bensì a chiunque ne voglia far parte (dunque uomini e donne), e servirà proprio a sviluppare non solo idee e competenze, ma anche e soprattutto alla condivisione di esperienze personali, alla nascita di un sentimento di condivisione sociale che faccia si che ognuno possa sentirsi a suo agio nel proprio lavoro.
Già nel mese di marzo il team di Women at Bungie aveva iniziato a dimostrare di voler agire concretamente nella difesa della parità di genere, creando una piccola spilla in occasione della Festa della donna, il cui ricavato è stato devoluto ad AnitaB.org , organizzazione per lo sviluppo di competenze professionali indirizzata a tutte le donne inserite nell’ambito della tecnologia.
Ovviamente però il club avrebbe ancora molti colpi in canna: parliamo di incontri virtuali, di tutoraggi e di iniziative come “Designing for Inclusion“, in grado di fornire una preparazione specifica offerta proprio dai designer della casa videoludica. Insomma, parliamo di un club dalla portata non solo locale, bensì globale, che potrebbe rivelarsi come chiave di volta per la nascita di un pensiero diverso, in cui ciascuno, sia donna che uomo, possa finalmente sentirsi libero di essere ciò che è.