Chi ha fatto parte della generazione “8 bit” non può non ricordarsi di Wonder Boy, il platform game rilasciato da SEGA nel 1986, ebbene oggi assistiamo ad un remake di uno dei titoli arcade più amati sugli schermi dei nostri smartphone dal 29 maggio 2019; Wonder Boy: The Dragon’s Trap adesso disponibile per iOS e Android, è stato già rilasciato ad aprile 2017 per PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch.
Un connubio perfetto
Il tentativo di svecchiare un titolo come Wonder Boy poteva essere rischioso ma Lizardcube ci è riuscita benissimo; la grafica di Wonder Boy: The Dragon’s Trap pur prendendo di riferimento l’aspetto originario del gioco, lo ha rivisitato in modo a mio parere eccellente, ricalibrando i colori e sviluppando una grafica in stile manga-cartoon che è davvero interessante e gradevole all’occhio, stessa cosa per il comparto audio rinnovato che diviene molto più limpido e puro nei suoni mantenendo comunque le musiche originali; tutto questo si lega ad un gameplay che fondamentalmente non è cambiato di molto rispetto al passato e ciò crea un perfetto connubio tra modernità e vintage.
Trama
La trama è sempre la medesima essendo un remake, presento comunque un cenno per chi si accinge per la prima volta a giocarci: il protagonista Tom Tom viene maledetto da Meka Dragon ed è costretto ad assumere le sembianze di una lucertola sputa-fuoco nel momento in cui sconfigge il drago stesso all’inizio del titolo, perdendo la sua forma umana; da quel momento in poi il nostro protagonista dovrà sconfiggere svariati mostri assumendo diverse forme durante la sua avventura per poter acquisire nuovamente le sue sembianze originarie.
Il Gameplay
Se Wonder Boy: The Dragon’s Trap presenta un notevole cambiamento dal punto di vista grafico, non posso dire lo stesso per quanto riguarda le dinamiche di gameplay; l’unica ventata di novità è rappresentata dalla possibilità di selezionare, all’inizio della nostra avventura, il personaggio femminile, per il resto i movimenti sono poco fluidi: nel momento in cui effettuiamo un salto e nel contempo attacchiamo il comando non risponde immediatamente alla pressione effettuata dal nostro dito e questo è sicuramente parte del sistema di gioco a 8 bit.
Il lato positivo però è che tutto quello che amavamo in Wonder Boy è rimasto integro, la sua complessità “labirintica”, i numerosi e fastidiosi nemici che si rigenerano se torni indietro in una zona già ripulita, è tutto rimasto come un tempo; per quanto questo possa definirlo difetto, in realtà è anche il punto forte di Wonder Boy: The Dragon’s Trap, ormai non siamo più abituati a questo tipo di difficoltà, abbiamo spesso la “pappa pronta” e le cose notevolmente facilitate e un videogames che ci ricordi da dove veniamo con un tocco di modernità è qualcosa di molto apprezzabile.
Per quanto riguarda il giocare su Android, la questione è sicuramente più scomoda che su console per varie ragioni: spesso mi è capitato che il dito posto sui comandi eccessivamente trasparenti (cosa sicuramente inevitabile ma scomoda e non posso fare a meno di notarlo) si sovrapponesse al personaggio stesso oppure ad alcuni nemici che mi stavano attaccando, questo rende difficile e snervante il flusso di gioco. Il problema naturalmente è ovviabile su console ed è normale si ponga su smartphone, ergo non è da prendere come un semplice appunto non come un vero e proprio difetto di gioco.