Wonhon: A Vengeful Spirit è uscito su Steam solo qualche giorno fa ed è l’opera di una sola persona, che si è appoggiata a Super.com per la distribuzione. Si tratta di un gioco stealth action che ci vede vestire i panni di una giovane ragazza vittima di un destino ingiusto, ma che riesce a giocarsi bene le sue carte.
La vendetta che dà origine al titolo non è quella che potremmo pensare, dato che il nostro compito sarà permettere alle anime in partenza di staccarsi dal risentimento che nutrono e poter quindi riposare in pace. Con interessanti poteri a nostra disposizione dovremo quindi compiere le missioni che ci vengono di volta in volta assegnate, tenendo fede al patto.
Wonhon: A Vengeful Spirit, dalle parole ai fatti
Wonhon: A Vengeful Spirit ci porta negli anni ‘20 di una Corea invasa dalla guerra, dove molti muoiono ingiustamente. A causa di ciò Jeoseung Saja, il Dio della Morte, non è solo oberato di lavoro, ma anche abbastanza seccato.
Quando la nostra protagonista gli si para davanti, pur essendo nella lista, si trova impossibilitato a portare con sé la sua anima, come quella di tutte le altre vittime di questo periodo di conflitto. È l’han a trattenerli tutti qui, ossia la rabbia ed il risentimento causato dal torto subito.
La nostra protagonista, nel dettaglio, nutre rancore verso il Generale che ne ha decretato la fine e Jeoseung Saja è intenzionato a lasciarla rosolare nel suo han per il giusto tempo: un migliaio d’anni. Wonhon: A Vengeful Spirit subisce una piega insolita quando la ragazza si propone invece come aiutante…
Pur di tornare in vita la giovane diventa quindi uno strumento per le necessità di tutti: tornerà a passeggiare nelle vie dei vivi per vendicare i torti subito dalle anime, liberandole dal loro fardello e permettendo quindi al Dio di portarle con sé. “Ricordati però, sarai giudicata per tutto quello fai nell’oltretomba”, dice poco prima di scomparire.
Wonhon: A Vengeful Spirit, vendetta nelle terre mortali
Il gameplay di Wonhon: A Vengeful Spirit è in realtà molto semplice, con pochi comandi abbastanza chiari e comunque sempre presenti a schermo in modo da non scordarli. Dopo il dialogo con Jeoseung Saja inizieremo a parlare con la prima delle anime bloccate nel giardino in cui ci troviamo.
Vendetta: la prima missione sarà vendicare la morte di un contadino e di tutta la sua famiglia per opera di soldati avidi. Ovviamente sarà anche la più semplice ma ci permetterà di entrare in confidenza con le meccaniche.
Una volta posseduto il primo bersaglio potremo sparare al secondo e, giustamente, obbligarlo a suicidarsi subito dopo. Le missioni in Wonhon: A Vengeful Spirit non sono ovviamente tutte uguali, e mentre in alcune c’è da uccidere uno o più bersagli, nelle altre potremmo dover recuperare dei cimeli o distruggere degli oggetti.
Successivamente, per accennarne una, verrà anche sbloccata la possibilità di assumere una forma di fantasma, così da poter rapidamente passare attraverso le pareti e sfuggire dal territorio controllato dalle truppe. Andando avanti con i livelli ci aspettano ambienti sempre più complicati da navigare e tipologie di nemici e obiettivi più difficili da gestire, com’è giusto che sia.
Benché sia un gioco tutto sommato semplice, quanto meno nell’apprendimento dei comandi, Wonhon: A Vengeful Spirit richiede un’attenta analisi della situazione perché la nostra ragazza non è invincibile, tutt’altro. Basta un colpo per ucciderla e i nostri nemici accorrono in fretta quando vedono o sentono qualcosa di insolito: la fretta è una pessima consigliera e ci obbligherà a ripetere il livello dall’inizio.
Wonhon: A Vengeful Spirit, le giuste atmosfere
Trattandosi di un gioco creato da una sola persona, c’è da dire che Wonhon: A Vengeful Spirit è davvero un’opera di pregio. A livello grafico c’è un buon grado di dettaglio e anche le ambientazioni dei livelli sono sempre particolareggiate: si passa dalla pianura innevata in pieno giorno al complesso di case illuminate solo dalla luce della luna e qualche lampione.
Le animazioni sono ben fatte e anche le ombre si muovono in maniera fluida rispetto a tutto il resto. Gli effetti grafici non sono molti ma si amalgamano perfettamente con il tenore del gioco: l’alone violaceo quando decidiamo di possedere un bersaglio, gli spostamenti eterei quando siamo in forma di fantasma.
I pochi comandi di Wonhon: A Vengeful Spirit sono un plus, perché è possibile giocare in maniera semplice e rapidamente intuitiva. Prendendo da subito in mano un controller diventa tutto ancor più scorrevole soprattutto quando si tratta di scappare rapidamente da nemici allertati.
La musica e gli effetti sonori sono una chicca, perché riescono a trasmettere sia l’ansia del momento in sé, mentre di soppiatto ci avviciniamo a qualcuno, che l’atmosfera dell’ambiente attorno: pioggia e fulmini quando piove o in inquieto silenzio.
Wonhon: A Vengeful Spirit, un gioco interessante
Wonhon: A Vengeful Spirit è un gioco che, pur non essendo sanguinolento, è davvero violento. D’altronde vestiamo i panni di una giovane ragazza che possiede, uccide e comanda i corpi dei “cattivi” e trucida senza pietà.
Anche se ogni livello è diverso, sia nelle ambientazioni che nelle meccaniche per superarlo, alla lunga diventa leggermente noioso, pur considerato che vengono sbloccate nuove potenzialità nel corso del gioco. I comandi sono precisi e rapidi, soprattutto con il controller, che rende i movimenti molto più fluidi rispetto al gioco con mouse e tastiera, che però è comunque poco problematico.
Non è chiaramente il gioco dell’anno, ma Wonhon: A Vengeful Spirit è sicuramente un titolo da giocare per gli amanti del genere stealth, ma anche per coloro che hanno il pallino del thriller all’orientale. La parte tattica spicca parecchio, anche se punisce senza perdono ogni più piccolo errore di calcolo.
Tutte le informazioni in merito al titolo si possono trovare sia sulla pagina Steam dedicata, dove ci sono spesso dirette dello sviluppatore, che sul sito del gioco stesso. Noi ci lasciamo intanto con il trailer.