Lok’tar ogar, vittoria o morte.
Moltissime sono le storie di World of Warcraft e magari nemmeno voi sapevate tutto di questo universo meraviglioso. Entra ancora nella locanda e incontra il vecchio della volta scorsa, magari ti racconterà di più.
Hey viandante, vedo che sei tornato ad ascoltare una delle mie storie! Cosa vuoi sentire quest’oggi? Ah lasci a me la decisione… Vediamo un po’…
L’ultima volta che ci siamo visti eri equipaggiato diversamente, guarda che roba, che scintillio! Oh la mente di un vecchio divaga sempre… Prendi un boccale e ascolta, allora, la storia degli orchi di Draenor. Cosa? Pensavi davvero che venissero da Azeroth? Assultamente no, giovanotto.
Devi sapere che in molti fanno l’errore di pensare che gli orchi siano bestie assetate di guerra e sangue, ma non è questa la loro vera natura. Erano un popolo perlopiù pacifico, divisi in varie tribù e guidati dagli sciamani. Essi parlano con gli spiriti della natura e dei morti, e per tempo immemore hanno guidato le loro tribù, che vivevano in sintonia con i draenei.
Infatti, nonostante le enormi diversità, soprattutto nella lingua, orchi e draenei riuscivano a convivere pacificamente, arrivando addirittura a commerciare e a condividere i campi di caccia. Purtroppo per loro, però, nessuno sapeva che dietro questa pace, aleggiava un odore di sangue e fuoco. La Legione Infuocata stava inseguendo i draenei, trovandoli su Draenor e grazie al loro signore Eredar Kil’jaed, che si impossessò della mente di Ner’zhul, uno dei più grandi sciamani degli orchi, riuscirono a farli rivoltare uno contro l’altro. Infatti Ner’zhul strinse un patto con la Legione, che gli diede il sangue del demone Mannoroth in cambio della loro servitù.
Il primo orco a bere il sangue del demone fu Grom Malogrido, un guerriero come pochi se ne sono visti. Questo portò gli orchi a divenire bestie assetate di sangue, morte e cattiveria e ad iniziare la Maledizione del Sangue. Così, un giorno, gli orchi si macchiarono di uno dei peccati più gravi della loro razza: l’omicidio di massa. Quelle che ora erano solo bestie, la cui pelle si era tramutata in verde a causa di quell’infausto patto… Cosa dici? Certo che gli orchi non erano verdi! Avevano una pelle dal colore della terra, marrone e rossastra, ma fu a causa della maledizione che ora sono verdi come li vediamo, un colore che è poi passato ai loro figli e passerà ai figli dei loro figli.
Comunque, stavo dicendo: dopo quel massacro gli spiriti non parlavano più a Ner’zhul ed egli si insospettì. Ormai diventato praticamente inutile ai piani della Legione, Kil’jaeden scelse il suo allievo Gul’dan come nuovo capo degli orchi, che era passato dal parlare con gli spiriti ad evocare demoni. L’orco era ora uno stregone ed insegnò ad altri a controllare la magia demoniaca, o Vil, e fondò così il Concilio dell’Ombra.
Vi era però un clan che si era rifiutato di bere. Infatti Ner’zhul, che sapeva di aver inevitabilmente rovinato la sua razza, trovò i Lupi Bianchi, capitanati dall’orco Durotan e dalla sua compagna Draka. Ricordati di questi nomi, ragazzo, perchè saranno molto importanti in futuro. Gli venne detto di non bere l’offerta dei demoni e così essi fecero. Ormai esiliati, quindi, dal resto delle tribù, il futuro dei Lupi Bianchi sarà estremamente buio, pur essendo tra i più nobili degli orchi.
La pazzia di Gul’dan, guidato dalla Legione, lo spinse a creare il Portale Oscuro, una via tra i mondi. Infatti lo stregone voleva portare guerra e massacro in altri mondi, per servire i suoi padroni: fu così che trovò la mente del mago Medivh qui su Azeroth. Purtroppo il mago era stato contagiato dalla Legione e aiutò gli orchi ad aprire il varco che li avrebbe condotti sulle nostre terre.
L’Orda
Gli orchi scoprirono su questo nuovo pianeta una nuova razza: gli umani. Esseri molto simili a loro, ma che parevano molto più deboli. Così gli orchi attaccarono il regno di Roccavento, imparando un’amara lezione. Dopo una schiacciante sconfitta, venne eletto un capo degli orchi, che poco era più di un burattino di Gul’dan. Il suo nome era Manonera e, con lui, i clan che erano ormai divisi e demoralizzati dall’ultima battaglia si riunirono ed attaccarono ancora.
In questo secondo attacco gli orchi massacrarono gli umani, distruggendo il regno. Medivh aveva promesso a Gul’dan il regno degli umani, ma doveva essere Medivh stesso il reggente. Questo all’orco non stava bene e, sottovalutando il mago, cercò di leggergli la mente: un errore fatale. Infatti la potenza del mago era tale che Gul’dan finì in coma e l’Orda ora era guidata esclusivamente dal Concilio dell’Ombra e Manonera.
Prima che questo succedesse, però, i pochi superstiti del clan dei Lupi Bianchi riuscirono a scappare, incappando però in una imboscata dei servitori di Gul’dan. La quasi totalità degli orchi del clan morì, tranne che per un piccolo pargolo. Il figlio dell’amore di Durotan e Draka, Go’el, creduto morto, venne lasciato insieme ai cadaveri dei genitori, per poi essere trovato da un comandante degli umani.
Mentre Gul’dan giaceva in coma e la Prima Guerra era finita, una ribellione montò tra gli orchi. Infatti un guerriero, Orgrim Martelfato, sconfisse Manonera e ordinò l’uccisione del malvagio Concilio dell’Ombra, liberando così gli orchi dal giogo della Legione. Diventato ora il primo, vero Capoguerra dell’Orda, Orgrim condusse gli orchi in nuove terre, scatenando la Seconda Guerra nelle terre di Khaz Modan e Lordaeron, inimicandosi nani, gnomi ed elfi alti. Non solo: trovarono nuovi alleati, ovvero i troll della tribù di Zul’jin, catturati dalla nuova forza dell’Alleanza, una potente unione di umani, nani ed elfi alti.
Gul’dan riaprì gli occhi e vide una nuova Orda, ormai quasi totalmente fuori dal suo controllo ed in preda alla follia cercò più potere ed abbandonò il combattimento insieme al suo clan. Così facendo ridusse il numero e la forza degli orchi, segnando la loro sconfitta nella Seconda Guerra e la loro cattura da parte degli umani.
Gli orchi catturati vennero confinati in campi di lavoro, mentre varie spedizioni dell’alleanza si avventuravano nell’alieno pianeta Draenor attraverso il Portale Oscuro. A Draenor qualche orco ancora viveva, tra questi il vecchio Ner’zhul che ricevette la visita del primo cavaliere della morte. Un rito blasfemo del Concilio dell’Ombra aveva trasferito l’anima di uno di loro nel corpo di un cavaliere umano ormai morto, rianimandolo con l’anima di un orco. Il cavaliere, Teron Malacarne, donò potenti oggetti a Ner’zhul che avviò un rituale, che si rivelò troppo potente per Draenor. Infiniti portali si aprirono sul pianeta, portandolo al collasso ealla distruzione, mandandolo poi in deriva nella Distorsione Fatua. Ebbro di potere, l’orco attraversò uno dei portali, senza sapere che Kil’jaeden aspettava dall’altro lato. L’Eredar mise la coscienza dell’orco in una armatura, sigillandola poi in una crisalide ghiacciata che venne lanciata su Azeroth, nella Corona di Ghiaccio. Quella, ragazzo mio, era l’armatura del Re dei Lich e Ner’zhul fu il primo dei Re.
Libertà
La situazione degli orchi dopo la sconfitta nella Seconda Guerra era tragica e proprio in questa situazione crebbe il piccolo Go’el, chiamato poi Thrall (ovvero “Schiavo” in italiano n.d.a.). Egli ascoltò le storie degli orchi e fu uno dei primissimi a non aver mai visto il loro pianeta natale: un orco nato in cattività. Spinto dalla curiosità e dall’odore della libertà Thrall, aiutato da amica umana chiamata Taretha Foxton, riuscì a scappare dal campo e a trovare, qualche tempo dopo, Orgrim Martelfato ed il resto dei pochissimi Lupi Bianchi ancora vivi. Il giovane orco era molto intelligente e capì che solo le vecchie arti sciamaniche potevano salvare il suo popolo. Dopo aver appreso le tradizioni ed il potere dei Lupi Bianchi, Thrall e Orgrim iniziarono a liberare i campi di prigionia. In uno di questi scontri tra umani ed orchi, Orgrim rimase ferito mortalmente e insignì il giovane Thrall del titolo di Capoguerra, con la promessa di far tornare grandi gli orchi come lo erano un tempo e dandogli una reliquia estremamente potente: il suo martello Martelfato. Lo sciamano Capoguerra liberò gli orchi e li guidò a Kalimdor dove fondò in nome di suo padre la regione di Durotar e, con l’aiuto dei nuovi alleati Troll e Tauren, fondò Orgrimmar, in onore dell’amico. In futuro accompagnerà anche Grom Malogrido nella caccia al demone Mannoroth, dove vedrà il suo amico Grom sconfiggere il mostro, ma morendo nell’intento, segnando così la fine della Maledizione del Sangue e la redenzione del guerriero.
Thrall fu in grado di regnare sugli orchi in modo pacifico. Infatti egli era atipico anche per gli standard orcheschi: preferiva l’esilio alla morte come pena e la pace alla guerra. La sua guida portò la nuova Orda ad una potenza ed una espansione mai vista prima.
Beh ora sono stanco, ragazzo. Ho parlato veramente molto questa volta e spero che ti sia piaciuta questa storia. Torna ancora, quando ti fa piacere: io sono sempre qui!