WRATH: Aeon of Ruin è un titolo di recente uscita di genere sparatutto in prima persona sviluppato da KillPixel Games e pubblicato da 3D Realm, entrambi studi specializzati nella realizzazione di titoli FPS, e che anche questa volta portano a casa un risultato davvero niente male. Tra le ispirazioni a videogiochi classici del genere come Doom e Quake, questo titolo riesce a regalare un’esperienza varia ma soprattutto divertente.
La semplice trama di WRATH: Aeon of Ruin
Il giocatore interpreta un viaggiatore che, sbarcato su un’isola popolata da mostri, si ritroverà ad essere nel mezzo di un massacro demoniaco, di cui sarà lui stesso responsabile. Gli verrà comunicato dagli spiriti dell’isola che egli è il salvatore che estirperà il male da quelle terre grazie alla sua forza e, naturalmente, alle armi che troverà lungo la strada. Il titolo si presenta infatti come un FPS Arena vecchia scuola con molte armi, una grande varietà di nemici da macinare, e delle mappe piene di segreti da scoprire.
Esplorazione e sparatorie
La prima caverna in cui entreremo appena sbarcati sull’isola fungerà da tutorial e ci mostrerà le principali meccaniche del titolo, come il movimento, il salto e l’utilizzo delle armi. La prima sarà una arm-blade che fungerà da principale danno melee per tutto il titolo, e che tornerà utile non solo in combattimento, con i suoi attacchi veloci e caricati, ma anche durante l’esplorazione. Quest’arma infatti, grazie al suo potente attacco caricato, ci fionderà in avanti verso degli eventuali nemici, facendoli a pezzi.
Questa però non è l’unica utilità dell’arma, in quanto la sua spinta tornerà molto utile nel caso non riuscissimo a raggiungere una piattaforma sopraelevata. Unendo la spinta dataci dalla lama al salto sarà possibile raggiungere luoghi altrimenti irraggiungibili, scoprendo quindi zone segrete contenenti upgrade o armature. Essendo WRATH: Aeon of Ruin un gioco fortemente ispirato alle saghe di Doom e Quake l’esplorazione e la volontà di radere a pettine ogni singolo angolo della mappa ricompenserà il giocatore paziente e attento.
Mappa dalle dimensioni davvero impressionanti: sarà infatti divisa in varie sezioni, o livelli, divisi tra loro da portali. Finita la prima sezione di tutorial si arriverà a Mourningvale, una zona priva di nemici che fungerà da hub principale del gioco, e che ci collegherà alle altre aree. Quest’area nasconde molti segreti e potrebbe valere la pena esplorarla a dovere, anche per scoprire tutte le località raggiungibili dal giocatore.
I livelli hanno un design molto vario tra di loro, quindi non sembrerà mai di star passando nelle stesse aree: si parte da paesaggi innevati nelle montagne, alle caverne sotterranee piene di mostri, passando per cimiteri infestati e così via. Ogni ambiente è ben riconoscibile l’uno dall’altro, rendendo così molto più facile orientarsi tra le varie zone del titolo.
Un’altra componente fondamentale di WRATH: Aeon of Ruin e il combattimento, ovviamente. Che sia in pianura, tra degli edifici, o sott’acqua, combatteremo la maggior parte del tempo. La varietà dei nemici non è da sottovalutare: già dai primi minuti verremo assaliti dalle creature più disparate. Dai semplici posseduti zombificati, a mostri che ci correranno addosso cercando di colpirci con gli artigli, a tiratori che ci colpiranno da lontano o piccoli satelliti che ci orbiteranno attorno colpendoci con i loro raggi.
Ovviamente queste orde di nemici andranno affrontate con un arsenale di tutto rispetto, dal classico shotgun alle armi più creative e divertenti che contraddistinguono questo genere di sparatutto. La prima arma che otterremo sarà la arm-blade descritta poco fa, ma successivamente ne otterremo molte altre: come ad esempio lo shotgun, forse l’arma più iconica dei videogiochi.
Senza scendere troppo nello spoiler e rovinare la sorpresa delle armi più avanzate, un’altra arma che troveremo presto nella nostra avventura è il Fang Shooter, ovvero un cannone spara zanne. Si tratta di un arma caricata con i denti dei mostri che uccideremo, e all’utilizzo sarà simile a una minigun. In particolare usa i denti di un mostro con, per l’appunto, delle grosse zanne. Ci troveremo spesso quindi a cambiare arma per le diverse situazioni: magari se contro un’orda di nemici useremo una bocca da fuoco automatica ad alta cadenza, per bersagli singoli o lontani sarà preferibile l’utilizzo di armi più precise.
Un altro mezzo utile a proseguire l’avventura saranno gli upgrade, dei temporanei potenziamenti che aiuteranno il protagonista in vari modi. Si passa dalla resistenza o il danno aumentato, fino al respirare sott’acqua o l’aumento della velocità. Tali potenziamenti dureranno per l’appunto pochi secondi ma in certe situazioni potrebbero fare la differenza tra la vita e la morte.
Il bilanciamento del gioco risulta sempre azzeccato e, nel caso il giocatore lo ritenesse opportuno, potrà alzare o abbassare la difficoltà. Inoltre la progressione rimane salda, nonostante la scelta dei percorsi da intraprendere sia vasta, limitandoci quando necessario in modo comunque non invasivo. Ci saranno le classiche chiavi colorate da trovare o i pulsanti da cercare. Tutto sommato un gameplay solido che tiene impegnato il giocatore per diverse ore, e che difficilmente annoia.
Comparto tecnico altalenante
Graficamente WRATH: Aeon of Ruin si presenza con uno stile low-poly sicuramente non spettacolare ma che fa il suo lavoro. I mostri e le armi hanno un aspetto molto variegato tra loro per cui non si crea mai ripetitività nel titolo, almeno a livello visivo. Un altro grande punto a favore è la diversità negli ambienti e nei livelli. Come detto prima si passa da spiagge desolate a chiese infestate: ogni area ha la sua personalità e il suo mood, e questo porta il giocatore a voler esplorare maggiormente la mappa di gioco.
Purtroppo non si può dire lo stesso per la colonna sonora, in particolare le varie tracce musicali. Se il sound design offre quel tanto che basta a immergerci nell’azione, con suoni delle armi e versi dei nemici piuttosto azzeccati, le musiche lasciano piuttosto a desiderare. Non perché sia una soundtrack brutta di per sè, ma nessun brano epicca sopra gli altri e sarebbe stato gradito almeno un tema principale quanto meno che entrasse in testa al giocatore.