Quest’anno Kylotonn e il suo WRC raggiungono un numero pieno, tondo: il numero della fantasia, della maturità e della capacità di stupire con guizzi improvvisi. In realtà, se WRC 10 fosse un numero in un campo di calcio sarebbe un bel 5 o un 6; non sto parlando di voto finale, ma di quelli che una volta erano i numeri che appartenevano ai difensori centrali, ruvidi, massicci e di sicuro affidamento.
Questo perchè, proprio nell’anno in cui Konami e PES fanno una scelta epocale, diventa più che legittimo chiedersi se realmente le serie sportive abbiano bisogno di un nuovo titolo ogni anno.
Se il dubbio è lecito già per le serie calcistiche, dove come sa bene EA di anno in anno basta aggiornare le rose e le divise dei club, ancora maggiore diventa per le simulazioni motoristiche in cui cambia pochissimo da una stagione all’altra. Almeno fuori dal cofano delle vetture.
Ed in effetti WRC 10 ha molto in comune con il suo predecessore, per non dire tutto, al punto da diventarne quasi una copia; certo, il 9 capitolo della serie è stato semplicemente convertito per console next-gen mentre quest’anno Kylotonn ha sfruttato a dovere la potenza dei nuovi hardware, ma tutto questo non vale per la versione old gen di cui ti parlerò oggi.
A lezione di Storia
La novità più importante di WRC 10, che potremmo quasi definire il motore di questo nuovo capitolo, è la modalità 50° Anniversario.
Sfruttando la celebrazione dei 50 anni del Campionato Mondiale di Rally, che in realtà nasce nel 1970 e diventa WRC tre anni più tardi, gli sviluppatori di Kylotonn hanno creato un’apposita modalità che con 19 eventi suddivisi in 6 circuiti ci riporta su tracciati storici come il Rally dell’Acropoli e quello di San Remo non più inseriti in calendario e quelli più recenti di Germania e Argentina.
Nel corso di questi eventi ripercorreremo la storia della competizione a bordo di 20 auto leggendarie come l’Audi Quattro, l’Alpine – Renault A110 1800, la Lancia Delta Integrale, la Subaru Impreza e tante nei panni di piloti entrati nel mito delle competizioni come Jean-Luc Thérier, Carlos Sainz o il compianto Colin McRae.
Avremo a che fare con le solite prove al limite dell’impossibile, solo che almeno in questo caso si tratterà di risultati realmente conseguiti dai piloti come completare con un buon tempo di gara una tappa totalmente immersa nella nebbia, elemento che dovrebbe spingerci a fare del nostro meglio per rendere giustizia ad imprese tanto memorabili.
In realtà, passati i primi minuti di giusta esaltazione dettati dall’avere a disposizione la storia della competizione, ci si rende conto che Kyltonn avrebbe potuto fare di più e farlo meglio.
Le gare sono in effetti poche e il fatto di trovarle anche compresse all’interno della Carriera come prove speciali un po’ le svilisce. Inoltre, l’estrema difficoltà degli obiettivi da completare impedirà a parecchi giocatori di completare le prove con profitto.
Sarebbe già un peccato così, ma il rammarico cresce dal momento che completando tutte le gare storiche, e solo in questo caso, avremo a disposizione una modalità che ci consente di gestire una nostra scuderia personalizzata, di cui sceglieremo tutti gli elementi.
Il gameplay di WRC 10
Come detto in precedenza, anche considerando il breve lasso di tempo intercorso dal capitolo precedente, eccezion fatta che per la modalità anniversario il resto di WRC 10 è mutuato da WRC 9.
Nulla è cambiato, o quasi, se non piccoli dettagli. Il lavoro di Kylotonn volto a rendere il titolo perfettamente giocabile con i gamepad continua e, nonostante ancora siamo lontani dalla perfezione, il volante non è più indispensabile. Anzi, si potrebbe anche dire che con alcune periferiche la resa sia peggiore rispetto al pad standard delle console. Tuttavia, anche smanettando con i settaggi non sono riuscito a trovare un compromesso in grado di soddisfarmi appieno.
Più in generale WRC 10 rimane nel limbo in cui lo hanno lasciato gli sviluppatori che non riescono a decidere in maniera definitiva tra simulazione dura e pura e arcade più accessibile a tutti, mescolando un po’ le carte con risultati altalenanti.
Rimaniamo comunque in presenza di un titolo dedicato principalmente agli appassionati delle competizioni offroad: se disattivando tutti gli aiuti abbiamo un titolo estremamente sfidante, anche con gli aiuti attivi completare le tappe non è una passeggiata, al punto da scoraggiare i neofiti.
Rivedibile invece la fisica dei veicoli, che talvolta impazzisce facendo decollare oltremisura le automobili, in maniera poco coerente con quanto avviene sullo schermo. E’ in questi frangenti che si sente la mancanza di un tasto “riavvolgi”, ormai quasi standard nei racing, che se pure snaturerebbe in piccola parte il gioco (ogni rientro in pista ci penalizza di qualche secondo) eviterebbe al giocatore di essere penalizzato per colpe relativamente sue. Anche perchè spesso, pur finendo a qualche centimetro dalla pista ci risulta impossibile tornare senza ricorrere al respawn automatico.
WRC 10 ci ripropone le stesse modalità del predecessore, divise tra singole e multiplayer. Ovviamente quelle più corpose sono la modalità carriera e la Stagione: nel primo caso dovremo gareggiare e gestire la scuderia, con i soliti elementi manageriali che aggiungono un pizzico di profondità(che tuttavia non raggiunge le vette di altri racing) alla preparazione della gara. Nella modalità stagione, invece, dovremo semplicemente scegliere tra Junior WRC e WRC 3 e scendere in pista dopo avere accettato una tra le offerte che ci verranno sottoposte. Sarà sempre possibile inserire dei settaggi, ma in maniera più leggera.
La componente multiplayer online offre il solito menu tra partite classificate, casuali, in split screen e la sempre divertente modalità copilota (o sarebbe meglio dire navigatore).
Completano l’offerta le sfide, sempre con obiettivi assurdi e a tratti poco divertenti e l’allenamento.
Segnali di Stile
Anche dal punto di vista grafico WRC 10 cambia poco rispetto al predecessore, specie nella versione old gen che chiaramente non è più quella di punta. I modelli delle vetture, danni inclusi, sono ben fatti e abbastanza simili alle controparti reali. Nonostante siano stati inseriti solo quest’anno i circuiti subentrati in epocaCovid, ovvero Estonia, Croazia, Spagna e Belgio da un gioco su licenza ufficiale ci si aspetterebbe una maggiore resa dei tracciati. E’ vero che mentre stiamo guidando non possiamo distrarci più di tanto, ma le piste sono a tratti spoglie e poco rifinite e in alcuni casi molto differenti dalla realtà.
Anche il sonoro andrebbe migliorato, recuperando le sonorità dure dei motori e dei fondi sterrati che erano presenti qualche capitolo fa.