Mancano pochi mesi all’uscita delle console di nuova generazione, Xbox series X e PlayStation 5. Si specula sul prezzo, si fanno divertenti meme su aspetto e dimensioni, ma quanti acquisteranno la nuova console? Microsoft è sempre rimasta alle spalle di Sony per quanto riguarda le vendite, un perenne secondo posto imposto prima dall’ampia diffusione sul mercato delle console nipponiche e poi dai titoli disponibili in esclusiva.
Attualmente il mondo intero è in una fase abbastanza delicata; lockdown, incertezze economiche, un futuro incerto rende alcune spese proibitive per le famiglie o i singoli utenti. Una spesa sui 500€ ( i prezzi non si sanno ancora, è un’ipotesi) per una nuova console potrebbe essere una spesa davvero eccessiva e superflua per molti.
Non siamo cibo, non siamo un tetto
Questa è la filosofia che sta prendendo il sopravvento a Redmond, “non siamo cibo, non siamo un tetto” è una frase che fa capire l’attenzione all’utenza di Microsoft. Tra le rinunce di molti nuclei familiari figurano sicuramente spese accessorie e non indispensabili; vacanze, tatuaggi e certo, anche una console nuova può essere un acquisto da rimandare a tempi migliori.
Phil Spencer alle redini di Xbox è ben consapevole di questa difficile realtà; per tutelare i giocatori e ovviamente gli interessi aziendali, ha sempre attuato una politica diversa dai concorrenti. Potrebbe essere questa scelta ad aver relegato Xbox al secondo posto nelle vendite dall’uscita, ma rischia di diventare una risorsa ed uno spunto per le altre big come Sony.
Il cuore pulsante dell’universo Xbox non è plastica, ne silicio; è un insieme di servizi e opportunità che Microsoft ha sviluppato e implementato nel tempo. Dove altri hanno fallito, a Redmond sono riusciti a creare un tipo di gaming diverso da quanto pensato dai concorrenti. Queste scelte sono spesso state copiate per adeguarsi agli standard imposti dalle Xbox.
Tra retrò e futuro del gaming
Tra noi sicuramente ci sono giocatori non più fanciulli che si emozionano pensando a titoli come Final Fantasy 7, Doom 95, Marathon, il primo Halo o GTA San Andreas. Titoli che hanno ancora nei nostri ricordi il profumo di una giovinezza passata o di una stagione persa dietro ad un videogame magari in compagnia di amici. Un ricordo a cui qualcuno non vuole rinunciare, ma come fare se non tenendo in casa più console diverse?
Xbox è stata lungimirante in questo, offrendo da sempre un servizio di retrocompatibilità. In alcuni periodi, spesso a cavallo tra una console e un’altra, il dubbio dei gamer era se finire un titolo sulla old gen per poi passare alla nuova o comprare un titolo da lasciare sulla mensola fino all’arrivo in casa della nuova console.
Con la retrocompatibilità Microsoft ha permesso ai giocatori di continuare con i propri salvataggi l’avventura iniziata con una console e spostarla integralmente su una nuova: in una sola parola continuità.
Questa è l’ottica che ha contraddistinto le console Microsoft da tempo, la possibilità di recuperare un vecchio gioco già acquistato e rigiocarci con i nostri vecchi save. Non che abbiano inventato l’acqua calda certo, ma la possibilità di recuperare un vecchio salvataggio memorizzato nel nostro cloud è da sempre una comodità non indifferente, a cui diversi concorrenti non hanno dato peso.
Con Xbox Play Anywhere di fatto è possibile giocare ad un titolo Xbox anche da PC, rendendo quasi sconveniente acquistare una console, vista la possibilità di giocarci da un PC che è quasi sicuramente già in casa per vari motivi.
Una zappa data sui piedi per alcuni, visto che rendeva superfluo acquistare una console, in realtà si è dimostrata una mossa che avrebbe fruttato più avanti. Lasciare libertà all’utente di scegliere tra console e PC ha permesso ai giocatori di avere molta più libertà di scelta e gioco, slegando l’utenza dalla console fisica e mantenendo l’interesse per il mondo Microsoft, che sia su PC o Xbox.
Niente barriere, ne tempo ne hardware
Aggiungere la retrocompatibilità e Play Anywhere sono state le fondamenta su cui ora si regge il cuore di Xbox. Giocare a titoli vecchi come i bundle della Xbox 360 è diventato possibile anche solo inserendo il vecchio disco nella nuova console, nessun doppio acquisto, nessuna barriera tra generazioni.
Il marketplace è la base per ogni utente; uno store online che permette di fare moltissime cose, non solo scaricare giochi; app di uso quotidiano come Spotify, Netflix, Youtube sono tutte app integrate nel sistema operativo delle console al pari dei PC, garantendo un’esperienza condivisa tra console, PC e smartphone.
Infine è arrivato anche Xbox Game Pass; una libreria vastissima di titoli scontati e alcuni completamente gratuiti, una libreria sempre carica di alternative con cui ingannare il tempo. Questo, insieme allo Smart Delivery che rende disponibile un titolo cross-gen fa capire quanto Microsoft stia puntando sul gaming nel suo aspetto più ampio, senza limitarsi ad un arco di tempo come quello d’interesse verso un gioco, o quello dettato dal cambio di generazione.
Queste cose non servono ad alimentare una (inutilissima) console war, ma a comprendere come a Redmond stiano lavorando per rendere il videogame una realtà più complessa delle ristrettezze che ruotano intorno al singolo gioco o alla console.
Non stiamo dicendo che Sony e altri non sono all’altezza di competere con Xbox, ma come Microsoft stia investendo risorse nella giusta direzione. Esempio di questa realtà possono essere i sistemi di trofei, lanciati su Xbox e riportati anche su PlayStation, oppure Xbox Game Pass che ha indirettamente contribuito a rivitalizzare PS Now.
Certamente la Sony è stata la prima a provare a proporre un servizio online ma purtroppo non ha avuto successo, vuoi per la proposta o per il periodo; la Microsoft ha dimostrato invece di essersi mossa meglio e con un poco di cautela in più, presentando un servizio affidabile, completo e funzionale dal debutto.
Xbox All Access e le prestazioni hardware
Come già detto sopra, un momento economicamente incerto per molti nuclei familiari può incidere pesantemente sugli acquisti di nuove console, indipendentemente dall’offerta. Un tema che è già stato al centro delle attenzioni di Microsoft, ora deve essere una priorità come affermato da Phil Spencer.
La soluzione firmata Xbox è stata come nel passato, la creazione di un prodotto che sia un buon punto d’incontro tra potenza e costo; creare console performanti a prezzi accessibili è stato uno dei punti di forza da sempre per le console Microsoft.
Xbox All Access è stata una formula che ha avuto ottimi riscontri sul mercato, offrendo insieme alla console il pacchetto di servizi che contraddistingue l’universo Xbox Live. Un’offerta che garantisce una continuità nel gioco decisamente superiore agli standard dei concorrenti, permettendo l’acquisto di tutto un mondo di gioco.
Pagando una rata mensile sotto i 30-40€ è possibile ritirare subito la console fornita già di servizi online come Live Gold e Game Pass. Giocare con gli amici online e avere a disposizione diversi giochi scontati o gratuiti senza dover pagare altri importi per avere questi servizi è stata la chiave di questa operazione di successo.
Nei giorni scorsi abbiamo visto Jason Ronald, capo della programmazione di Xbox Series X criticare la scelta di PlayStation di puntare su clock forzati per poter vantare un numero di Teraflop incredibile. Un potere che sulla carta può impressionare e insieme ad altre componenti sancire la supremazia di Sony anche con queste console.
Una scelta che per Ronald non è la scelta più azzeccata; questo perché anche se Xbox poteva puntare su clock forzati e frequenze diverse, Microsoft ha rifiutato questo approccio per facilitare il lavoro degli sviluppatori di giochi che andranno incontro a meno lavoro per migliorare e ottimizzare i titoli.
Una scelta che darà i suoi frutti in futuro; scegliere di mostrare i “muscoli” di un hardware non significa sempre dimostrare di avere optato per la miglior soluzione. Ronald ha anche affermato durante un’intervista “le cose vanno al di là di numeri che potremmo o non potremmo aver dichiarato”. Questo in riferimento alla velocità della SSD Xbox rispetto a quella dichiarata da PlayStation 5.
La scelta tra fisico, digitale e servizio
I gamer più “puristi” o i collezionisti ameranno sempre avere la loro bella mensola con in mostra le varie edizioni limitate o esclusive, altri invece saranno ben contenti di acquistare i propri giochi online senza doversi spostare da casa.
Resta il fatto che il mondo del gaming è ad un passo da un grande cambiamento; le copie fisiche o digitali saranno sempre più limitate, favorendo i game as a service che diventano sempre di più. Un mercato in continua evoluzione, in cui già film e serie tv hanno ceduto al formato digitale rinunciando al loro “corpo fisico”; anche il mondo dei videogiochi si piegherà a questa esigenza della community diventando sempre più digitale?