Yakuza 6 arriva finalmente anche su PC, permettendo a tutti di poter concludere la lunga storia di Kiryu e di tastare con mano la versione “definitiva” della formula che ha reso famosa la serie. Il prodotto che abbiamo tra le mani, infatti, è un titolo curato e rifinito, in grado di divertire ogni appassionato di action game o chi è in cerca di una narrazione coinvolgente.
Yakuza riesce infatti a eccellere quasi in tutto, grazie a una formula capace di offrire varietà, attività extra (tantissime!), momenti narrativi memorabili e missioni secondarie assurde o semplicemente divertenti. Vediamo insieme perchè vale la pena giocarlo, nel corso di questa recensione.
Ricominciare una nuova vita
La storia di Yakuza 6 parte da premesse narrative davvero interessanti, che poi vengono sfruttate e approfondite nel corso dell’avventura. Kiryu, dopo il brutale combattimento del precedente capitolo, decide di lasciarsi alle spalle la violenta vita malavitosa, in modo da dedicarsi alla sua “famiglia”, composta dai bambini dell’orfanotrofio e dalla giovane Haruka, che ha infatti rinunciato alla sua carriera da Idol per poter vivere accanto a suo padre adottivo.
Kiryu, quindi, è deciso a ripulirsi dai suoi crimini precedenti, in modo da poter ricominciare una nuova, tranquilla vita. Purtroppo, però, una carriera nella Yakuza non passa inosservata ai media e Haruka finisce subito al centro di alcune notizie che rischiano di mettere in cattiva luce l’intero orfanotrofio – e per estensione i ragazzi che ci vivono – agli occhi dell’opinione pubblica. Per non pesare sulle vite di chi le sta accanto, quindi, la giovane donna decide di sparire e di ricominciare a vivere in incognito.
Uscito di prigione, Kiryu scopre della scomparsa di Haruka e decide di mettersi sulle sue tracce per poterla riportare a casa. Come si vede anche nel trailer, però, si scoprirà presto che la ragazza è stata vittima di un incidente, forse premeditato, mentre cercava di proteggere suo figlio.
Senza dilungarci troppo, ti basti sapere che Yakuza 6 sviluppa molto bene questo incipit narrativo, approfondendo diverse tematiche interessanti e presentandoci un gran numero di personaggi collegati, a volte in maniera indiretta, alla storia di Haruka. La trama alterna sapientemente momenti seri e profondi ad altri demenziali o semplicemente divertenti, creando un mix in grado di offrire una storia a tratti cupa e carica di tensione, ma mai troppo pesante.
Nella ricerca di Haruka, Kiryu tornerà inevitabilmente in contatto con la Yakuza, restando sempre sul filo del rasoio per cercare di non essere coinvolto nuovamente nei giuramenti e nelle faide dei vari clan malavitosi. Tutti questi ingredienti rendono l’intreccio sempre interessante, denso di colpi di scena e memorabile.
Forse, ci sono soltanto un paio di momenti in cui Kiryu su lascia coinvolgere eccessivamente da alcune lotte malavitose, in cui sceglie di prendere posizioni un po’ estreme.
Yakuza 6: tra cazzotti, latte in polvere e live chat
Il gameplay di Yakuza 6 vanta tantissima varietà. Giocando ci imbatteremo in missioni, situazioni, attività e mini giochi sempre diversi, sparsi nella mappa di gioco e nelle varie missioni principali e secondarie.
In sintesi, la struttura di gioco alterna delle fasi esplorative ad attività più o meno brevi, che solitamente si risolvono in scazzottate o mini giochi. Nel caso delle missioni principali, poi, tutto questo sarà alternato anche da scene d’intermezzo molto ben realizzate, che vantano un “taglio cinematografico”. Spesso, peraltro, queste sequenze animate sono davvero lunghe, e approfondiscono molto bene la storia e il mondo di gioco, dando sempre una chiara idea dello scopo dietro le nostre azioni.
L’esplorazione delle mappe di gioco è una parte rilevante di Yakuza, dato che al loro interno troveremo le missioni principali, secondarie, i negozi e i vari minigiochi da poter svolgere a piacimento. Le due cittadine del gioco sono vive, vibranti e dense di contenuti: a ogni angolo c’è qualcosa da vedere, da fare o anche solo qualche scorcio suggestivo. Tutto, peraltro, è esplorabile in modo estremamente fluido, data la totale assenza di caricamenti quando si entra nelle varie strutture.
Da questo punto di vista, la seconda mappa di gioco ha un’offerta ludica forse troppo limitata, se paragonata alla prima. Hiroshima, infatti, offre pochissimi negozi, quasi nessun minigioco ed è generalmente più spoglia rispetto al quartiere principale del titolo. Nonostante questa scelta possa essere narrativamente giustificata dalle dimensioni ridotte del paesino, il divario resta comunque fin troppo evidente.
Vale poi la pena spendere qualche parola per parlare delle attività secondarie. Queste variano dalle semplici missioni, alla gestione di una gang, passando per i mini giochi. Questi ultimi, in particolare, sono davvero tantissimi: abbiamo live chat dove convincere le ragazze a fare stripping, cabaret, giochi musicali e persino le versioni complete di Virtua Fighter e Puyo Puyo (giocabili persino in PvP)!
La gestione della propria gang merita qualche parola extra. Quest’attività secondaria, infatti, offre una vera e propria storia parallela a quella principale, dove Kiryu sceglie di fronteggiare la gang di JUSTIS, troppo potente per essere affrontata a scazzottate. Ecco quindi che entrano in gioco diverse missioni secondarie, caratterizzate da un gameplay da RTS, dove schierare le proprie truppe spendendo una valuta.
Oltre ai normali “soldati”, caratterizzati da punti di forza e debolezze specifici, è possibile schierare i Leader, potenti criminali in grado di influenzare l’esito della battaglia con abilità attive e statistiche elevate.
Fuori dalle battaglie, poi, le nostre truppe possono essere “livellate”, aumentandone le statistiche e organizzando la struttura del team. Non siamo di fronte a un RTS tradizionale ma, per essere un’attività secondaria, la gestione delle gang è sorprendentemente elaborata, longeva e soddisfacente.
Ci sono poi i pasti nei vari negozi o la palestra, entrambi necessari per ottimizzare al meglio la crescita del personaggio. Tutto questo, poi, è inserito nelle meccaniche ruolistiche di Yakuza, che permettono a ogni attività di essere rilevante. Davvero un ottimo lavoro.
Il drago di Dojima
Yakuza però, non è solo esplorazione. Spesso, Kiryu finirà in situazioni spinose, da risolvere a suon di cazzotti, calci e lanci di oggetti. Il combattimento, infatti, resta una parte consistente dell’esperienza e, anche stavolta, è davvero divertente.
Kiryu può contare su attacchi leggeri e pesanti, su una parata, una schivata rapida e diverse mosse speciali attivabili afferrando oggetti, gli stessi nemici o interagendo con l’ambiente durante lo scontro. A questo si aggiunge una sorta di modalità furia, dove le combo diventano più forti e lunghe, e dov’è possibile attivare speciali mosse finali.
Il sistema di combo è fluido e consente al giocatore di concatenare senza nessun limite i vari attacchi, scegliendo in base alla situazione quando ricorrere a quelli pesanti o ad assalti più rapidi. Con una semplice inclinazione della levetta, poi, è possibile ruotare rapidamente la direzione dei colpi, in modo da gestire facilmente le ondate più numerose di nemici.
Da queste basi, prende piede il leggero comparto ruolistico di Yakuza 6. Da un apposito menù, è possibile aumentare le statistiche di Kiryu, per poi sbloccare nuove abilità attive e passive, che vanno da combo più lunghe, a mosse particolari, fino alla possibilità di disarmare i nemici o di interrompere i loro attacchi. E’ poi possibile migliorare l’efficacia di tutte le mosse utilizzabili, come parata, schivata e così via.
Troviamo anche un blando sistema di equipaggiamento, che consente semplicemente di equipaggiare due oggetti, in modo da aumentare le statistiche del protagonista. Queste ultime, peraltro, possono essere anche migliorate temporaneamente con l’utilizzo di bevande, cibi nei locali o medicine.
Allo stesso modo, anche l’ottenimento di punti esperienza può essere largamente influenzato dai cibi: svolgendo le varie attività di gioco lo stomaco di Kiryu si svuoterà progressivamente e, una volta arrivato a zero, è possibile mangiare nuovamente per ottenere altri benefici in punti esperienza e nelle statistiche.
Tutto questo trova il suo picco più alto nelle spettacolari battaglie contro i boss. Questi, dopo una prima fase semplice, attivano una speciale modalità – mostrata da un’aura rossa simile al Kaioken di Dragon Ball – che li rende difficili da atterrare ed estremamente pericolosi. In questi frangenti, i combattimenti diventano più lenti e ragionati ed è fondamentale sfruttare le parate, le schivate e le aperture offerte dopo gli attacchi.
E’ un peccato che in questi casi si possano utilizzare gli oggetti semplicemente aprendo l’inventario. Togliere la possibilità di curarsi, infatti, avrebbe reso questi scontri più tesi, interessanti e gratificanti.
In sintesi, Yakuza 6 propone una struttura di gioco solida, che alterna esplorazione e attività molto diverse tra loro, caratterizzate quindi da un’ottima varietà. Le scazzottate, per quanto siano una parte consistente del gameplay, lasciano ampio spazio a lunghe scene d’intermezzo, mini giochi, esplorazione e un leggero comparto ruolistico.
Luci e ombre di un comparto tecnico
Il comparto tecnico di Yakuza 6 è ottimo ma, purtroppo, non riesce a eccellere davvero. Nel complesso, il titolo vanta degli ambienti davvero belli da vedere, grazie a un colpo d’occhio in grado di regalare scorci semplicemente stupendi; soprattutto di notte, quando le insegne al neon illuminano i negozi e si riflettono sulle pozzanghere. Allo stesso modo, le animazioni di Kiryu sono curate e spettacolari anche durante i momenti più estremi e caotici dei combattimenti.
Purtroppo, però a questo fanno da contraltare delle texture non sempre dettagliate e alcuni oggetti con poligoni troppo evidenti. Dopo il colpo d’occhio iniziale, quindi, le ambientazioni mostrano il fianco a un livello di dettaglio poco soddisfacente. A questo si aggiungono i PNG e i personaggi secondari, che a volte hanno animazioni facciali approssimative e movimenti macchinosi.
Considerati i requisiti di sistema davvero bassi e l’età del titolo, la versione PC di Yakuza 6 avrebbe potuto osare di più, offrendo un livello di dettaglio maggiore a una piattaforma che può assolutamente permetterselo.
Il comparto artistico del gioco, invece, si conferma eccellente, grazie a uno stile riconoscibile che unisce elementi realistici ad altri tipicamente “anime”, per un risultato finale che ormai è diventato iconico. I combattimenti, per esempio, sono pieni di inquadrature assurde ed esagerate, in grado di donare potenza a ogni singolo colpo. Le ambientazioni, poi, sono sempre piacevoli da vedere, grazie a scorci davvero spettacolari. Questo si nota soprattutto nei combattimenti contro i boss, spesso piazzati in location suggestive.
Infine, il comparto sonoro resta eccelso, grazie a musiche sempre adatte all’occasione e ai vari momenti della storia, da quelli più seri a quelli più esagerati e demenziali. Anche il rumore degli impatti, delle cadute o delle urla è sempre soddisfacente. Chiude il cerchio un doppiaggio eccellente, anche se in giapponese (ma, in fondo, Yakuza va giocato doppiato in giapponese, proprio come Metro va giocato doppiato in russo).