Yars: Recharged è un titolo che continua la riuscitissima serie Recharged, appunto, dove vecchi classici del passato vengono svecchiati con veri e propri remake dalla qualità decisamente sopraffina. Pur con i loro limiti, infatti, questi titoli restano il punto di accesso perfetto per recuperare i classici del passato in una forma tutta nuova.
In questo caso, proprio come accade con Black Widow: Recharged, siamo davanti a un titolo meno conosciuto ma, a modo suo, originale. Yars: Recharged è infatti un arcade top down shooter, che però ha un piacevole twist per quanto riguarda i nemici. Restano comunque i classici elementi che caratterizzano una struttura arcade, come la semplicità e l’immediatezza della formula di gioco, un alto skill ceiling e dei livelli spesso divisi in quadri.
Pur non trovandoci davanti a una leggenda come Asteroids, Missile Command o Centipede, quindi, Yars: Recharged merita comunque attenzione dagli appassionati.
Yars: Recharged passa subito all’azione
Yars: Recharged non presenta nessun tipo di storia o di contesto narrativo ma propone semplicemente un’estetica che richiama vagamente lo sci-fi, che andava tanto di moda ai tempi della sua uscita. Semplicemente, impersoneremo un insetto antropomorfo alle prese con delle futuristiche postazioni difensive. Niente di più e niente di meno.
Non siamo però davanti a un difetto, visto che nella tradizione arcade la trama era un semplice orpello, che distraeva i giocatori dall’impulso di infilare una nuova monetina nel cabinato. Anche in questo caso, quindi, il vero cavallo di battaglia del titolo è l’azione semplice, immediata e divertente.
Tra scudi e raggi laser
Il gameplay di Yars: Recharged si basa su una struttura ludica molto elementare e su un loop di gameplay decisamente stringente. Il gioco ci mette nei panni di un insetto intento a superare le difese di diversi livelli, strutturati all’interno di singole schermate. Per poterlo fare, il nostro protagonista può sparare in tutte le direzioni – utilizzando la levetta destra – oppure mordere i bersagli a distanza ravvicinata, sempre sfruttando la levetta.
Se quindi abbiamo un protagonista che prende a piene mani dai controlli tipici dei top down shooter, lo stesso discorso non si può fare per i nemici. Questi sono infatti dei veri e propri cannoni fissi, protetti da scudi più o meno resistenti e da un potente cannone centrale. Queste torrette, però, si muovono per lo scenario con pattern ben definiti, per esempio ruotando intorno al cannone posto al centro.
Il risultato è quello di uno shooter atipico, dove lo schermo non viene invaso da proiettili e nemici ma, al contrario, il giocatore si ritrova a schivare i colpi sparati da torrette sempre visibili e prevedibili. Lo scopo di ogni livello è quello di spaccare gli scudi che proteggono il cannone più grande, in modo da accumulare energia a sufficienza per richiamare una torretta fissa in grado di distruggerlo.
Ogni livello è strutturato in questo modo, con le variazioni più grandi riscontrabili nel pattern in cui si muovono le torrette e nella loro disposizione, progressivamente più complessa. Peraltro, anche in Yars: Recharged tornano i classici power up che movimentano il gameplay.
Questi possono essere ottenuti distruggendo le torrette secondarie, e danno importanti vantaggi, che vanno dal classico sparo triplo a un raggio laser in grado di frantumare tutti gli scudi sulla sua traiettoria. Siamo quindi davanti a un titolo arcade che richiede un pizzico (non troppa) di tattica, chiedendo al giocatore di scegliere se concentrarsi sugli scudi del cannone centrale, oppure se eliminare prima le torrette secondarie per ottenere potenziamenti.
In alto a sinistra dello schermo, poi, abbiamo un indicatore che ci mostra quanti colpi possiamo incassare e, come sempre, quando questo raggiunge lo zero siamo costretti a ricominciare da zero tutta la serie di livelli. Se questo normalmente non è un problema, in questo caso siamo davanti a qualcosa di particolarmente fastidioso, visto l’enorme stacco di difficoltà tra i livelli finali e quelli iniziali.
Il risultato, nonostante sia solido, resta tristemente al di sotto degli altri titoli della serie Recharged. La formula di gioco di Yars: Recharged pecca infatti di una evidente mancanza di varietà, data dai nemici tutti uguali e dalla loro prevedibilità, nonché dal fatto che il giocatore sia costretto a ripetere tutti i livelli dopo ogni morte. Questo tendenzialmente non è un problema, visto il caos e l’imprevedibilità che solitamente si trovano in titoli del genere. In Yars: Recharged, però, è tutto fin troppo strutturato e prevedibile e, di conseguenza, la formula gioco è decisamente meno longeva delle precedenti incarnazioni di questi remake.
Nonostante questo, però, siamo comunque davanti a un remake di qualità incredibile, che dona nuova vita a una formula di gioco nonostante gli evidenti limiti che questa può avere, dimostrandosi ancora una volta il modo migliore di recuperare un gioco che altrimenti sarebbe invecchiato decisamente male. Per fortuna, peraltro, troviamo un pizzico di varietà dato dalle missioni e dalla classica possibilità di giocare in coop.
Bellissimo da vedere e più rifinito che mai
Il comparto tecnico di Yars: Recharged è persino più rifinito del solito. In modo simile a Gravatar: Recharged gli sviluppatori hanno abbandonato la classica estetica al neon, optando per sprite e scenari colorati e belli da vedere, che contribuiscono a rendere l’azione su schermo sempre chiara. Si aggiungono poi effetti visivi e animazioni davvero niente male.
Il comparto artistico, come accennato, si dimostra riconoscibile e accattivante, grazie a un’estetica in grado di donare nuova vita a un titolo che altrimenti sarebbe fin troppo povero per gli standard odierni.
Infine, il comparto sonoro si conferma eccellente, grazie a musiche ed effetti sempre soddisfacenti.