Siamo alle solite, Yoko Taro il Direttore dello sviluppo di Nier: Automata ne ha tirate fuori un’altra delle sue, ma stavolta butta l’attenzione su una riflessione molto interessante, che riaccende il dibattito sul tema psicologia e videogiochi.
Nella sua dichiarazione, Yoko Taro dice che “il motivo per cui uccidiamo nei videogiochi getta luce su ciò che non va nell’essere umano“. Aaaa Yoko Ta’… Ma che ci stai a prendere in giro?
Suona un po’ ipocrita detta dal capo degli sviluppatori di un gioco nel quale SI UCCIDE continuamente, alternando inquadrature 2D a 3D, con l’ausilio di due katana fluttuanti alle nostre spalle e un robottino da compagnia che non spara semplicemente, ma “urina” piombo sui nemici come non vi fosse un domani.
Non voglio appoggiare né contestare il pensiero di Yoko Taro, ma riflettere un attimo insieme a voi sull’argomento e contestare il pensiero di Yoko Taro.
Giochiamo a ucciderci?
Le parole di Yoko Taro suonano un po’ come quelle di un filoso improvvisato che si alza una mattina con un pensiero e si convince che sia qualcosa di profondo e applicabile ai quasi 8 miliardi di persone presenti sul pianeta: “vogliamo la pace nel mondo, ma ci piace anche uccidere gli altri nei videogiochi“.
Mi soffermo un attimo sulla prima parte della sua affermazione per dire: Yoko…
ma
che
diavolo
stai
dicendo
?
Quindi secondo quello che ti è frullato stamane quando hai aperto gli occhi nel tuo appartamento con le pareti di carta, quelli che vogliono la pace nel mondo sono gli stessi che riempiono di blasfemie i server di Call of Duty, Battlefiel, Fortn… Fortni… No scusate non ce la faccio.
Come già accennato, siamo 8 miliardi di persone e quando qualcuno di questi filosofi dell’era moderna se ne esce con un pensiero generalizzato su 8 miliardi di teste pensanti come se lo facessero tutti allo stesso modo, solo perché lo fa passare come figo e riflessivo a un pubblico di 13enni, vorrei dirgli di dedicarsi ad altro: sviluppa giochi e smettila di fare il filosofo improvvisato o lo psicologo da bar, perché questi discorsi possono attaccare su un certo target di pubblico, che rappresenta una minima parte, ma perché quindi risultare ridicolo per il resto del mondo intero?
Immaginate: se fosse vero ciò che dice Taro, ogni volta che un vostro amico vi invita a giocare a un FPS e magari in fazioni opposte, è perché vorrebbe uccidervi nella realtà… Muovetevi lentamente, siate indifferenti e facendo finta di niente allontanatevi subito dal vostro amico.
Bene, siete salvi.
Follia, follia ovunque, ecco come vede il mondo uno che partorisce un pensiero del genere e probabilmente si tratta di un’analisi riflessiva, una confessione pubblica mascherata da “pensiero”, di ciò che lui pensa quando videouccide qualcuno. Quindi, Yoko, curati, perché stai facendo lo stesso ragionamento di quelli che dicono “uhm comprano un cane e poi sono per la sterilizzazione dei randagi” oppure “dicono che siamo tutti uguali e poi non vogliono gli immigrati nel nostro paese“.
Ma cari i miei frequentanti da bar e ritrovi del luogo comune, avete mai pensato che a esprimere questi pensieri discordanti non siano le stesse persone? Avete mai pensato che probabilmente chi compra un cane non rientra in una categoria predefinita della quale non si possono cambiare i parametri? L’umanità non è fatta da personaggi di un RPG che se decidono di fare il berseker poi non possono usare le armi magiche a causa della mancanza del requisito della classe.
E proprio per questo motivo, avete mai pensato al fatto che chi compra un cane potrebbe anche odiare i randagi o altri tipi di animali come i gatti? Valentina…
Quindi Yoko esci la testa dal… da quella maschera palla con quel ghigno e ricorda che chi si arma di fucile a canne mozza e va a sterminare i suoi compagni a scuola non è perché lo ha appena fatto nei videogiochi e lo vorrebbe fare nella realtà, ma perché per un miliardo di motivi che non hanno nulla a che vedere coi videogiochi, ha perso la testa, ha preso il fucile da sotto il letto del padre e l’ha usato per giocare al tiro al piattello con i suoi compagni.
Poi è possibile che ci siano, anzi ci sono sicuramente delle persone che si legano a una “classe“, quindi decidono di essere berseker e si comportano e pensano come farebbe un berseker e la loro reazione e interazione con il mondo è da berseker e ne sono così convinti, che anche semmai dovessero avere il barlume di pensare qualcosa che non è tipico della loro classe, immediatamente penserebbero “aspetta ma cosa penserebbe un berseker di questa cosa?“. Un po’ come lo skater che deve essere per forza punk abbestia, come l’hip hopparo che deve vestire per forza largo, come l’hippie che si deve drogare, o come l’hipster che deve avere quella barba lì e i capelli tagliati e acconciati in quel modo.
E se invece volessi farmi crescere la barba e rasarmi la testa o portare i capelli corti? Cosa sarebbe quello, andare contro il sistema? Aaahh Yoko Yoko…
Ritornando a bomba sulla sua affermazione “vogliamo la pace nel mondo, ma ci piace anche uccidere gli altri nei videogiochi“, io rispondo e qual è il problema? Quando uccido qualcuno nei videogiochi non muore nessuno nella realtà, nessuna casa di bambino viene rasa al suolo dalle bombe, nessuna donna viene picchiata, abusata e uccisa, quindi dov’è l’incongruenza in chi vuole la pace nel mondo e poi va a giocare a Call of Duty?
E a parte ciò Yoko, tu sei proprio sicuro che quelli che dicono di volere la pace nel mondo, sono gli stessi che giocano ai videogiochi uccidendo?
BIG FAIL YOKO!
Il Karma secondo Yoko Taro
Stando alla seconda parte della sua affermazione che mi sa tanto di supercazzola, oppure è un errore di traduzione da parte di “multigiocatore” (probabile, visti i trascorsi), dove dice “penso che per gli umani sia una sorta di karma: il modo in cui i videogiochi delineano la vera essenza dall’umanità, che rappresenti o meno ciò che cercavano di fare“, i videogiochi sarebbero pieni di riproduzioni dei comportamenti umani soppressi, ossia pieni di interazioni tra diversi soggetti che nella realtà, per motivi etici e morali non possono essere compiuti.
Immaginate cosa può pensare uno così degli sviluppatori di Silent Hill o di chi gioca con quel gioco, o di un gioco come Postal!
Il mondo è bello perché è vario… in realtà è una ca*ca
Sembra una frase fatta, ma è così e sicuramente meglio del pensiero filofeggiante di uno che si alza la mattina e la sua unica preoccupazione è quella di contare i soldi che ha fatto con lo sviluppo di un gioco dove si uccide, per poi andare in giro a dire che la gente uccide nei videogiochi perché vorrebbe farlo nella realtà. A questo punto, Yoko, desideriamo che la fame e la povertà vengano debellate dal mondo, ma tu fai donazioni o beneficenza a chi è povero o muore di fame?
A mio parere questo articolo non ha senso, Yoko Taro non ha mica detto che nei suo giochi non si uccide, ma ha spiegato chiaramente i suoi pensieri ( non è pazzo ma, dopo la morte di un suo amico, caduto da un tetto mentre le persone lo prendevano ingiro, vorrei vedere se non diventate un minimo filosofici)INFORMATEVI. Questo articolo non mi sembra un commento, come detto all’inizio, ma più una vera e propria critica insensata. Inoltre riparlando del fatto che anche lui è violento nei suoi videogiochi, si sapeva già, ma lui non ha mica detto: “nei miei giochi non c’è violenza”; ripeto, prima di tutto informatevi, secondo ognuno la pensa come gli pare, terzo non mette in bocca parole che la gente non ha detto
Tengo ad aggiungere che la frase finale di dare soldi ai poveri è una cagata; questo perchè se ci pensiamo quanti soldi ha il vaticano? È uno stato della chiesa, nato per i poveri, e poi però ha uno dei palazzi più ricchi del mondo…comunque la mia è una critica all’articolo non allo scrittore dopotutto è tutto “soggettivo”; spero di recevere una risposta esaudiente, scusate per eventuali errori grammaticali
Stai andando fuori tema, nell’articolo non si parla di chiesa, né tantomeno viene detto che il Vaticano opera nel giusto.
Forse hai saltato qualche parte, ma l’articolo suo può riassumere in:
Filosofeggia sul fatto che chi uccide nei videogames probabilmente lo farebbe nella realtà e poi sviluppa un gioco dove si uccide continuamente.
Dubito fortemente che la morte di qualcuno che consci ti faccia diventare un filosofo, se così fosse io dovrei essere tipo… Kant o cose del genere. L’articolo non è un documentario sulla storia di Taro, ma una critica alla sua frase, non mi serve sapere i suoi trascorsi per non essere d’accordo con lui. Nell’articolo non viene detto che nel gioco non si uccide, anzi, si mette in risalto il contrasto tra ciò che dice lui e quello che si fa nel gioco.
Grazie per la risposta, la roba sulla chiesa comunque era solo un esempio.
Io ripeto,secondo me non è un problema se quello che dice lui non viene “applicato” nei suoi videogiochi. Secondo me, SECONDO ME, perchè dopotutto è soggettivo e ognuno può intendere quello che vuole, ciò che Yoko voleva dire è più un “nella realtà non si uccide ma, essendo l’uomo derivato dagli animali, uccidere lo appaga anche se solo nei videogiochi, proprio perchè l’uomo è più intelligente degli animali, e quindi non lo fa nella realtà. Forse non mi sarò espresso benissimo in questa ultima frase, ma è un pensiero che andrebbe discusso meglio, con calma e magari a voce. Comunque ti ringrazio per la risposta (ognuno può pensarla come gli pare, no? ) Ciao
Figurati, quando vuoi.
Preferisco molto di più commenti come i tuoi che invitano al confronto e al dialogo, piuttosto che un semplice “bell’articolo mi piace”.
Continua a seguire i miei articoli che di argomenti sui quali discutere ne sono pieni