Ys è una delle saghe di GDR più longeve di sempre che purtroppo, fin dagli albori, risalenti al 1987, nel nostro caro Vecchio Continente è passata sempre un po’ in sordina. Non che la serie non goda di un buon fandom anche al di fuori del territorio nipponico, anzi, tuttavia ricade nel limbo di quei titoli che, a causa di scelte stilistiche abbastanza lontane da quelle che siamo soliti vedere nei videogiochi, vengono considerati spesso di nicchia.
Ys è pur sempre una serie sviluppata da Nihon Falcom, un’eccellenza giapponese considerata la software house che nel 1981, quindi ancor prima di Square Soft, ha dato vita al gioco di ruolo alla giapponese. Le opere di Falcom però, per quanto apprezzate in territorio nipponico, come accennato in precedenza, hanno da sempre avuto vita dura al di fuori di quella realtà così distante dalla nostra; basta però provarne anche solo una per innamorarsi perdutamente di queste opere.
La serie Ys poi ha deciso di complicarsi la vita rendendo la propria cronologia un vero inferno a cui approcciarsi, molte volte infatti i capitoli numerati a cui far fede non sono quelli originali, che tendono a presentare incongruenze e livelli qualitativi altalenanti, bensì i remake, a cui Falcom stessa si sta dedicando ormai da diversi anni, dando addirittura precedenza a questi piuttosto che a capitoli inediti.
Negli ultimi anni, fortunatamente, il pubblico europeo ha iniziato a dare fiducia a questa serie, tanto da far uscire timidamente i titoli precedenti (Ys: Memories of Celceta e Ys VIII: Lacrimosa of Dana) dalla nicchia (comunque nutrita) a cui sembravano confinate le avventure di Adol Christin in territorio nostrano. Ogni capitolo della longeva serie è infatti godibile singolarmente, ma sono tutte accomunate dall’essere letteralmente diari di viaggio dell’avventuriero in questione.
Questo lungo viaggio ci porta (assieme ad Adol Christin) in una nuova avventura, oggetto della nostra recensione appunto, dal titolo Ys IX: Monstrum Nox, che dopo due anni dalla release nipponica è sbarcato anche nel resto del mondo: un titolo davvero ben realizzato che tuttavia presenta alcune caratteristiche molto vicine al gusto nipponico che potrebbero renderlo non accessibile a tutti.
Around the world
Come detto in precedenza, il filo rosso che lega tutti i titoli della serie Ys è proprio Adol Christin, il protagonista principale della serie, un avventuriero e abile spadaccino che nel corso degli anni si è gettato a capofitto nelle avventure più disparate. Stavolta però troviamo il nostro in una situazione tutt’altro che avventurosa, vedendolo piuttosto imprigionato in una risicatissima cella.
Ma l’avventura chiama, quindi ci ritroveremo subito impegnati in una rocambolesca fuga che ci porterà fin nei sotterranei della prigione, letteralmente infestata dai mostri. Qui troveremo Aprilis, una misteriosa ragazza che ci sparerà con una particolare pistola, questo colpo non sarà però fatale, anzi, ci donerà dei poteri misteriosi e un nuovo aspetto.
Grazie alle nuove abilità riusciremo quindi a sfuggire alle guardie e ai mostri, uscendo finalmente dalla prigione e procurandoci subito un (discutibile) travestimento che ci permetterà di muoverci liberamente nella misteriosa città-prigione di Balduq. Narrativamente, Ys IX: Monstrum Nox è un ottimo titolo, ma scopre subito il fianco a qualche problema di ritmo già ora, nelle prime battute del titolo.
Tutti questi eventi si svolgeranno in una decina di minuti circa, ma quando la storia sembra prendere il volo, la nostra voglia di far luce sugli eventi appena accaduti viene interrotta da un flashback che ci spiega come Adol sia finito in prigione fino a riportarci al punto di partenza del titolo. Capisco la scelta di non partire con dei presupposti narrativi, ma gettare subito il giocatore nel vivo dell’azione, ma un flashback che spezza il ritmo proprio all’inizio di un titolo è qualcosa che mi fa sempre storcere il naso, soprattutto in casi come questo, dal momento che ritengo che un giocatore che si approccia a un GDR sa perfettamente che il titolo dovrà prendersi i suoi tempi per rivelarci la propria storia.
Il problema però non finisce qui, la trama di Ys IX: Monstrum Nox si rivelerà davvero complicata man mano che si avanza nel gioco, la sceneggiatura mette infatti molta carne al fuoco intrecciando diverse storyline anche abbastanza complesse: si passa dall’esercito che dà la caccia ad Adol (per gli eventi di Ys VIII: Lacrimosa of Dana, che lo hanno visto unico superstite di un’isola da cui nessuno fa ritorno), alla maledizione che attanaglia Balduq, passando per le storyline secondarie, poche, ma sorprendentemente interessanti.
E proprio questa maledizione si rivelerà estremamente interessante e capace di portare avanti col suo mistero buona parte della narrazione. Aprilis infatti, poco dopo la nostra fuga, ci teletrasporterà in un’oscura realtà alternativa minacciata da creature mostruose che tentano di distruggere dei particolari cristalli chiamati Sphene. Il nostro scopo sarà proteggere questi cristalli dalle ondate nemiche in un rituale ricorrente che terrà alcuni combattenti, tra cui Adol, legati indissolubilmente alla città.
Il protagonista infatti scoprirà ben presto di non poter uscire in alcun modo da Balduq… un vero problema per un avventuriero! Scopriremo presto che tutti i sei Monstrum (per l’appunto i guerrieri che proteggono gli Sphene) hanno ricevuto, come noi, i loro poteri contro la propria volontà da Aprilis, che ha raccolto questi guardiani tra le personalità più pure di Balduq.
E mi fermo qui perché sarebbe un vero peccato fare spoiler, sappi però che quanto raccontato finora succede letteralmente nella prima ora di gioco, puoi immaginare quindi quanto sia consistente l’intreccio narrativo di Ys IX: Monstrum Nox, che presenterà, in una trentina d’ore circa, personaggi ben caratterizzati (tra cui proprio in Monstrum, ben scritti per quanto stereotipati in alcuni casi) ed eventi capaci di spiazzare il giocatore e invogliarlo ad andare avanti capitolo dopo capitolo.
Pronto a combattere?
Se già la trama di Ys IX: Monstrum Nox riesce a convincere, il gameplay terrà incollati anche i giocatori più orientati all’azione per cui la narrazione non rappresenta il fulcro principale di un titolo. Ci troviamo infatti davanti a un combat system frenetico, ma la regia dell’azione è sempre precisa e non avremo mai l’impressione di essere scaduti in uno sfrenato button mashing atto a fare più danni possibili nel minor tempo.
Anzitutto, potremo prendere il controllo in battaglia di tutti e sei i Monstrum che incontreremo nell’avventura, ma il nostro party sarà composto da soli tre membri per volta, chi rimarrà in panchina però non starà fermo a guardare, anzi, fornirà supporto passivo con azioni predeterminate. Sebbene le azioni di chi non controlliamo andranno avanti in automatico, avremo comunque un buon controllo sull’intelligenza artificiale potendo scegliere il comportamento di questi personaggi scegliendo tra Offensivo e Difensivo.
Oltre agli attacchi base che contano sia attacchi di terra che combo aeree, ogni personaggio avrà a propria disposizione delle speciali Skill di combattimento che ci faciliteranno la vita contro i nemici più ostici o ci aiuteranno a gestire le ondate più nutrite di mostri. Ogni personaggio poi apparterrà a una determinata Classe che ne determinerà la tipologia degli attacchi che saranno di tre tipi: Slash, utili contro i mostri “base”, Strike, efficaci contro i nemici corazzati e Pierce, con cui prendere il sopravvento sulle creature volanti.
Questo classico sistema di debolezze e resistenze viene impreziosito dalla possibilità di poter cambiare personaggio attivo del party con la semplice pressione di un singolo tasto, rendendo le battaglie estremamente dinamiche e strategiche. Oltre alle Skill e alle tipologie d’attacco, i combattimenti vengono resi ancora più profondi dai classici power-up temporanei che renderanno più potenti i personaggi, aumentando la potenza d’attacco, i danni provocati dalle Skill e garantendo una temporanea rigenerazione della Salute e dei Punti Abilità necessari per poter eseguire gli attacchi più potenti.
A questo articolato sistema si aggiunge poi la possibilità di poter cambiare la tipologia degli attacchi dei vari personaggi, così da portare sempre i nostri preferiti in battaglia anche in situazioni in cui si troverebbero altrimenti in svantaggio. Personalmente non apprezzo questa scelta, sono un po’ vecchia scuola nel pensare che un personaggio nei GDR nasce in un certo modo e deve svolgere il suo ruolo, sta al giocatore tirarne fuori il meglio, la possibilità di scegliere un ruolo diverso per un determinato personaggio porta indubbiamente ad appiattire le scelte del roster, portando costantemente i giocatori a ignorare determinati combattenti in favore di altri.
Anche durante l’esplorazione succede questo, ma stavolta è decisamente un’idea positiva da parte del team di sviluppo. Mi spiego meglio: ogni Monstrum ha una particolare abilità di movimento che nelle fasi esplorative ci permetterà di raggiungere luoghi altrimenti inesplorabili, i vari personaggi però, a ogni aggiunta nel party, prenderanno istantaneamente in prestito anche le abilità degli altri, così potremo esplorare liberamente Balduq senza switchare continuamente tra i vari personaggi.
Purtroppo, l’esplorazione è proprio uno dei punti deboli del titolo. La mappa di Balduq infatti è decisamente più limitata di quanto ci si aspetterebbe da un titolo con protagonista un avventuriero, e anche i luoghi mostrati risulteranno presto ridondanti. Inoltre, un altro difetto nella progressione è nella sua ripetitività: per procedere nella main quest infatti dovremo accumulare Nox che ci permetteranno di distruggere le barriere che ci precludono l’accesso alle nuove aree della città.
Questa scelta si tradurrà nella necessità di affrontare quest secondarie e farmare Nox dagli scontri casuali coi mostri che si nascondono in città, una scelta davvero bizzarra legare al farming la possibilità di proseguire nella storia principale, che in alcuni momenti andrà a spezzare il ritmo dell’intero gioco.
Inoltre, il titolo presenta una profondità non da poco anche nella varietà delle azioni a disposizione del giocatore. Nelle prime battute del gioco infatti ci stabiliremo in un bar abbandonato, un vero e proprio hub centrale che man mano si popolerà di personaggi secondari con le mansioni più varie, approfondendo i legami con questi personaggi, renderemo disponibili in battaglia delle azioni di supporto inedite che diventeranno sempre più potenti man mano che i legami diventeranno più profondi.
Questi personaggi potranno soddisfare ogni nostra necessità, dall’acquisto di armi e protezioni al loro potenziamento, passando per il crafting e l’acquisto di pozioni e accessori. Anche in giro per Balduq troveremo mercanti d’ogni sorta con rifornimenti sempre diversi, una scelta davvero apprezzabile che porta ad andare sempre alla ricerca dell’oggetto giusto dal mercante giusto.
Comparto tecnico: bene, ma non benissimo
Per quanto riguarda il comparto tecnico, Ys IX: Monstrum Nox presenta una situazione molto altalenante a livello qualitativo, soprattutto dal punto di vista grafico. La direzione artistica rimane salda sullo stile anime che contraddistingue da sempre la serie, con volti e personaggi ben realizzati, ma con ambientazioni a dir poco desolanti.
Se il titolo gode di un’eccellente fluidità in qualsiasi momento, che lo porta a non cedere nemmeno di un frame (su PlayStation 4 Pro) nemmeno nei momenti più concitati e affollati durante le battaglie, quando ci troviamo a darci una semplice occhiata attorno ci rendiamo conto in qualsiasi frangente di trovarci in luoghi spogli, totalmente anonimi, privi di qualsivoglia caratterizzazione e con delle texture qualitativamente inferiori rispetto a quelle morbide e definite dei personaggi.
La colonna sonora invece è un piacere per le orecchie, si passa da sonorità dinamiche con accompagnamenti di chitarra e batteria (molto in stile Digimon, se mi concedi il paragone) ad altre più rilassate che accompagnano i momenti di esplorazione o i dialoghi, esaltando la piacevolezza di una scrittura estremamente curata.
In definitiva, Ys IX: Monstrum Nox è davvero un ottimo titolo, ma non per tutti. Il tentativo di rendere un po’ più accessibile la serie dopo il clamoroso successo di Ys VIII: Lacrimosa of Dana anche al di fuori del Giappone risulta in realtà goffo e sfocia in delle sbavature che potrebbero risultare non del tutto piacevoli. I personaggi e le loro relazioni poi presentano un gusto spiccatamente nipponico, che per quanto sia ormai sdoganato nella nostra cultura, in un titolo così complesso e stratificato potrebbe rappresentare uno scoglio difficile da sormontare, appesantito dalla mancanza dell’italiano, che in un titolo così verboso è un dettaglio da non sottovalutare.
Lo consiglio? Assolutamente sì! Ma solo agli “addetti ai lavori”, ai giocatori che sguazzano a loro agio nei GDR e sono desiderosi di provare un’esperienza action, ma allo stesso tempo molto rispettosa dei canoni del genere.