Sviluppato da Nihon Falcom e pubblicato in Europa da Marvelous Europe, Ys Memoire: The Oath in Felghana è la remastered in alta definizione di un action RPG facente parte dell’ormai pluriennale e famosa saga Ys. Noi siamo tornati a vivere l’avventura di Adol Christin su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione. Pronto a un nuovo ed emozionante tuffo nel passato della serie?
Ys Memoire: The Oath in Felghana dopo circa venti anni
Ys Memoire: The Oath in Felghana è la remastered in alta definizione del titolo originale pubblicato nel 2005 per Microsoft Windows per poi subire una trasposizione per PSP nel 2010. La localizzazione in inglese per opera di Xseed Games (gli stessi dietro a titoli come Silent Hope di cui puoi recuperare la nostra recensione) è avvenuta solamente nel corso del 2012. Non tutti sanno però che il titolo in oggetto è a sua volta un remake. Nel dettaglio, si tratta del remake ufficiale di Ys III: Wanderers from Ys datato 1989. Abbiamo quindi fra le mani un titolo dal passato non indifferente.
Da segnalare che l’edizione in esame è stata già pubblicata in Giappone nel corso del 2022 arrivano da noi con qualche anno di ritardo. Prima di entrare nel dettaglio della narrazione, è bene specificare che Ys Memoire: The Oath in Felghana, come gran parte dei titoli della saga, nonostante la numerazione dei principali capitoli, non richiede una ferrea conoscenza dei capitoli precedenti (le cui vicende arricchiscono sì la lore generale del mondo di gioco ma si aprono e chiudono di capitolo in capitolo salvo specifici casi), risultando più una serie antologica accomunata dal medesimo protagonista che funge anche da linea principale della cronologia storica: il già citato Adol Christin.
Escludendo Ys Origins, Adol è sempre e comunque il fulcro portante delle trame di Ys e questo è un elemento portante anche del titolo in esame seppur le terre esplorate portano il focus iniziale su uno dei nostri alleati: l’amico muscoloso e massiccio, Dogi. Felghana, infatti, è la terra natìa di Dogi e Adol, assetato perennemente di nuove avventure, acconsente ben volentieri al rientro in patria dell’amico, scoprendo però al loro arrivo una situazione ben poco armoniosa.
Per la narrazione di Ys Memoire: The Oath in Felghana dobbiamo fare alcuni piccoli accorgimenti, prima di tutto, esiste un breve prologo composto da una lunga sequela di wall text accompagnati da artwork statici che potete liberamente selezionare prima di iniziare l’avventura e che prova, con poco mordente, a motivare le scelte di Dogi e Adol prima dell’arrivo a Felghana. Il secondo accorgimento è sulla narrazione stessa, questa, infatti (e purtroppo) risulta abbastanza priva di mordente, quasi un piccolo pretesto, cedendo il ruolo principale quasi completamente al gameplay.
Sia chiaro, la storia di Ys Memoire: The Oath in Felghana non è brutta, semplicemente è scontata, prevedibile e molto basilare, costellata da una serie di personaggi secondari discretamente dimenticabili e dove a spiccare sono in pochissimi e quasi esclusivamente per le loro caratteristiche simil cliché. Adol stesso non spicca granché arricchito in questa versione da brevissimi dialoghi doppiati a loro volta accompagnati da frasi narrative che ne descrivono azioni o ne sintetizzano discorsi in modo poco coinvolgente.
Ovviamente, non mancano colpi di scena ma l’avventura di Ys Memoire: The Oath in Felghana è in linea con il suo periodo, presentandosi semplice, di durata compassata (bastano dodici-quindici ore per completare la storia principale) e dall’intreccio abbastanza dimenticabile. Da segnalare la presenza di piccole trame secondarie legate a missioni opzionali e spesso anche missabili che provano, nel loro piccolo, ad approfondire il carattere di alcuni personaggi di sfondo (personaggi di cui esiste anche una sorta di album con tanto di trofeo assegnato in caso di completamento).
Un action platform senza tempo
A brillare in Ys Memoire: The Oath in Felghana è innegabilmente il suo gameplay. Parliamo di un action platform in 3D con visuale semi-isometrica con telecamera automatica che fa della velocità e dell’immediatezza i suoi cavalli vincenti. Il titolo è veloce, appagante e accessibile praticamente a chiunque grazie a comandi semplici e intuitivi che però non cedono il passo al livello di difficoltà. Tutt’altro.
Ys Memoire: The Oath in Felghana è un che può risultare abbastanza titolo ostico che, soprattutto nelle boss fight (tutte discretamente varie e ben strutturare), può regalare momenti di elevata frustrazione a chi non saprà sfruttare bene le abilità di Adol studiando contemporaneamente i setting di mosse del nemico di turno. Non siamo davanti a un soulslike, sia chiaro, ma Ys Memoire: The Oath in Felghana non perdona e l’energia vitale calerà a zero facilmente anche con la modalità normale.
Per gli amanti delle sfide elevate, il titolo ha nuove modalità di difficoltà che richiedono nervi saldi e attenzione al millimetro ma, viceversa, esistono anche modalità più accessibili e semplici, adatte ai neofiti e ai meno pazienti. Non solo, non potendo cambiare la difficoltà a partita iniziata, il titolo offre la possibilità, solo durante i boss e solo dopo diversi game over consecutivi, di poter scalare la difficoltà in modo da evitare lunghe fasi di stallo snervanti.
Il combat system di Ys Memoire: The Oath in Felghana è come detto immediato e appagante, fatto di combo all’arma bianca velocissime e che ci vedrà al comando del solo avventuriero di turno: Adol. Questi può equipaggiarsi oltre che della spada, anche di scudo, armatura e di diverse particolari rune magiche utili tanto in combattimento quanto nell’esplorazione. Banalmente, la runa del fuoco può servire sia per dar fuoco ai nemici sia per accendere torce e risolvendo così alcuni enigmi ambientali.
Tutto l’equipaggiamento è sia acquistabile che potenziabile spendendo monete e materiale adatto al crafting, basta recarsi dal fidato fabbro all’interno dell’unica città che funge da hub centrale oltre che da posto “sicuro”. Per quanto riguarda gli artefatti magici, anche questi sono potenziabili ma bisognerà localizzare all’interno dei dungeon alcune particolari pietre preziose. A questo set di strumenti da avventuriero, si aggiungono altri preziosi ninnoli, alcuni opzionali, che possono renderci l’avventura più comoda (come uno strumento in grado di illuminare i luoghi più bui, ecc.).
I nemici che andremo ad affrontare non sono tantissimi e spesso sono delle re-skin ma garantiscono una buona varietà di situazione soprattutto grazie al loro posizionamento all’interno delle aree di gioco che li rende, oltre che avversari, anche potenziali ostacoli nelle fasi di platform. Queste ultime non sono semplicissime come sembra e spesso richiede un’attenzione particolare, soprattutto nei balzi più ampi o articolati.
A tal proposito, è da elogiare, considerando anche l’età del titolo, la struttura di alcuni dungeon che offrono una verticalità non indifferente celando passaggi che conducono a tesori e oggetti speciali di vario genere. Inoltre, in modo simil Metroidvania, può capitare di dover tornare sui propri passi per poter esplorare percorsi prima inaccessibili e ottenere così potenziamenti extra.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, il titolo è una remastered di un titolo che fatica a nascondere la sua età ma che, in compenso, restituisce tutta la sua carica nostalgica con coerenza e una buona pulizia generale. Non ci sono rallentamenti di sorta e abbiamo scovati pochissimi bug durante le nostre run. Da evidenziare, invece, il buon lavoro effettuato sugli artwork statici e in 2D dei personaggi, più puliti e in linea con i più recenti titoli della saga.
Il sonoro, invece, è quello che ne esce con maggior cura, offrendo diverse tipologie della propria colonna sonora (alcune semplicemente memorabili oltre che orecchiabili) e un doppiaggio in inglese quasi totale, ben recitato e coerente. Da segnalare, infine, la totale assenza della lingua italiana anche se l’inglese utilizzato non è di difficile comprensione.