I bullet hell, ovvero un genere di giochi nei quali devi schivare una moltitudine di proiettili che satureranno lo schermo e al tempo stesso distruggere orde di nemici, solitamente caratterizzati da comandi semplici e intuitivi ma difficili da padroneggiare. Yuki, il nuovo bullet hell in realtà virtuale sviluppato da ARVORE, non fa eccezione alla regola, ma aggiunge al tutto quella immersione e innovazione che solo la realtà virtuale può dare.
Come già succedeva in 1976 Back to Midway, la componente della realtà virtuale cerca di aggiungere qualcosa di nuovo a uno dei generi più vecchi del mondo videoludico, ma al contrario del titolo citato prima, Yuki non solo riesce appieno a non dare quel senso di “passato” al genere, ma offre anche un coinvolgimento a tutto corpo unico. Proseguiamo nella recensione per vedere di cosa parliamo.
Yuki: la storia come pretesto, il gameplay come punto di forza
Come si capisce leggendo il titolo, la stori di Yuki non è propriamente innovativa o un pilastro di questo gioco, anzi probabilmente giocando ci dimenticheremo anche il perché stiamo mandando al macero orde di alieni. Difatti la narrazione debole del gioco (ma che non incide per niente col divertimento finale) racconta che una razza aliena è riuscita a risucchiare tutta l’energia vitale del pianeta e starà a noi combatterne le orde e riportarla al proprio posto prima che la situazione precipiti.
Tutto qui, niente di più e niente di meno, solo un ottimo pretesto per dispensare distruzione sui malcapitati alieni i quali avranno come al solito scelto il pianeta sbagliata da distruggere.
A livello di gameplay, la prima e importantissima cosa da sapere riguardo Yuki è che questo titolo presenta il permadeath non opzionale. Il permadeath se te lo stessi chiedendo, è una meccanica nella quale, una volta che si viene sconfitti, si deve ricominciare il titolo dall’inizio, senza seconde possibilità; un elemento molto comune nei roguelike.
Non disperare però, a venirci incontro e per ovviare a questa difficoltà iniziale ci saranno dei potenziamenti permanenti; con i Creative Drive, sfere che otterremo distruggendo i nemici, potremo una volta che verremo sconfitti, acquistare dei potenziamenti permanenti nel nostro workshop.
Questi potenziamenti però, una volta acquistati, non saranno disponibili da subito, ma dovranno bensì essere raccolti dal giocatore durante la partita attraverso delle grosse sfere grigie le quali, una volta toccate, ci permetteranno di scegliere fra 2 dei potenziamenti che avremo sbloccato fino a quel momento. Insomma, è certamente un aiuto ma Yuki non regala niente.
Gameplay a tutto corpo
Il vero punto di forza di Yuki è proprio il gameplay vecchio stile mescolato a tutto quello che la realtà virtuale ha da offrire. Per schiavare l’impressionante numero di proiettili presenti, bisognerà muovere la mano con la quale impugneremo la protagonista (la nostra arma) ma non sempre basterà; spesso dovremo materialmente muoverci per sportarci da una zona ad un’altra meno satura di proiettili e non capiterà mai di rimanere immobili per più di qualche secondo, soprattutto nei livelli avanzati.
Avremo a disposizione due tipologie di fuoco, uno principale e uno secondario; mentre il principale sarà sempre uguale e verrà al massimo potenziato dai power up, il secondario dipenderà dalla forma di Yuki che avremo scelto ad inizio partita. Da subito avremo a disposizione solamente una forma per la nostra protagonista e le altre verranno sbloccate man mano che avanzeremo nel gioco o soddisfacendo alcuni requisiti.
Tra le varie forme e potenziamenti avremo i classici proiettili, rapidità di fuoco aumentata, proiettili a ricerca, missili, lame rotanti, più potenza di fuoco e molto altro, in modo da poter scegliere quello che più si addice al nostro stile di gioco. Una piccola nota negativa secondo me è la mancanza di un reticolo di mira, fattore che ci costringerà a mirare “per tentativi” piuttosto che di precisione. Altro fattore non negativo ma da segnalare è dato dal fatto che i proiettili a ricerca facilitano e non poco il gioco, anche se hanno una potenza di fuoco inferiore.
Insieme all’arsenale descritto sopra disporremo anche di due potenti abilità che dovremo imparare a padroneggiare al meglio in quanto risultano essere le più forti del gioco: uno scudo che per un certo periodo ci renderà praticamente invulnerabili e una bomba di ghiaccio la quale congelerà tutti i nemici su schermo e li renderà distruttibili con un solo colpo. Queste due abilità avranno un periodo di ricarica (cooldown) quindi non ne potremo abusare a piacimento.
Tecnicamente parlando
Il fattore immersione di questo titolo VR è davvero notevole, grazie anche ad una grafica ben realizzata, con ambientazioni molto suggestive e curate, ognuna con uno stile particolare. Anche i combattimenti contro gli enormi boss (sfortunatamente pochi) saranno molto spettacolari e visivamente appaganti, così come le loro mosse speciali.
Il tutto è accompagnato da una buona colonna sonora ed effetti speciali che si sposano benissimo con la tipologia di gioco rappresentata da Yuki, con motivetti a volte nostalgici e a volte ritmati.
I controlli sono molto intuitivi ma difficili da padroneggiare. Sconsiglio vivamente di approcciarsi al gioco da seduti in quanto non si riuscirebbero a schivare gran parte dei proiettili. La pecca grande per questo titolo è che se pur vantando meccaniche roguelike e partite sempre diverse fra di loro, grazie alla comparsa casuale di nemici e potenziamenti, questi elementi onestamente non riescono a far si che ogni partita si discosti molto dalle altre.
Durante le mie ore trascorse su Yuki non ho riscontrato nessun bug.