Recensire Yurukill The Calumniation Games non è minimamente semplice. La prima cosa che di solito si fa in una recensione è definire il genere, ma questo è un passo davvero ostico qui. Che cosa è Yurukill? La distribuzione lo presenta come un bizzarro incrocio tra due generi che non potrebbero essere più opposti, ovvero gli escape game e i bullet hell.
Come è possibile che due prodotti così agli antipodi riescano ad unirsi in un singolo titolo? Come possono conciliarsi i ritmi compassati e i ragionamenti degli escape game con la frenesia ed il ritmo dei bullet hell? Ma non finisce qui in realtà perché Yurukill ha anche molte caratteristiche tipiche delle visual novel, spesso anche mescolate/integrate con i gameplay dei precedenti generi.
Dietro questa specie di follia ci sono Izanagi Games e il suo distributore di fiducia: Nippon Ichi Software, ma non solo. Perché se Yurukill ha attirato l’attenzione dei fan fin dal suo annuncio nel 2019 è perché in esso convivono dei talenti impressionanti che hanno unito le forze per realizzare uno dei prodotti più unici e particolari degli ultimi anni.
La storia è stata elaborata da Homura Kawamoto, autore di Kakegurui (con una piccola mano del fratello minore), del design se ne è occupato Hiro Kiyohara, già visto in Valkyria Azure Revolution, la musica è stata messa nelle mani di Yuko Komiyama, già sentito in Monster Hunter World, e infine della componente Bullet Hell se ne sono occupati dei veri esperti: gli sviluppatori di G.Rev, le mani dietro la serie di G-Darius. Il risultato finale, però, vale l’acquisto o è solo un grosso minestrone?
L’innocenza è negli occhi di chi giudica
Sengoku Shunju è un ragazzo accusato di aver dato fuoco ad un palazzo, uccidendo così 21 persone e venendo infine condannato a 999 anni di prigione. Un giorno di colpo si sveglia in una cella di prigione e capisce che ci sono altre 5 persone dentro altrettante celle. Qui una donna con una maschera da volpe, che dice di chiamarsi Binko, dice loro che stanno per arrivare a Yurukill Land, un’isola parco giochi dove dovranno affrontare delle sfide mortali.
Se le supereranno tutte, i prigionieri saranno richiamati a giudizio, dichiarati innocenti e la loro fedina penale sarà pulita, ma se falliranno, moriranno. Nell’affrontare questa ordali, però, non saranno soli, ma saranno accoppiati ad un “esecutore”, una figura misteriosa che non rischia la vita e che può ucciderli in qualsiasi momento tramite lo Yurukill Passport. Se però la coppia dovesse vincere allora l’esecutore potrebbe chiedere qualsiasi cosa (nei limiti del possibile).
Cinque sono le squadre che si contenderanno questo ambizioso premio: i Mass Murderers, il Death Dealing Duo (dove i prigionieri sono due gemelli), i Crafty Killers, gli Sly Stalkers e i Peeping Toms. Chi di loro riuscirà nell’impresa e sopravvivrà all’esperienza? Cosa lega ogni prigioniero al proprio esecutore? I prigionieri sono davvero innocenti? E quale degli altri prigionieri ha incastrato Sengoku, come testimoniato da un biglietto che questi riceve mentre è in cella? La risposta attende su Yurukill Land.
La narrazione la fa da padrone su Yurukill. Non mancano colpi di scena e momenti emotivamente molto intensi. L’atmosfera generale è quella che si ha quando si guarda uno di quegli anime thriller/horror che mischiano atmosfere surreali a tematiche pesanti, spesso con una spruzzata di splatter (che però qui non è presente), ma anche ad un generale design colorato e luccicante. Non esistono tuttavia molti prodotti di questo tipo tra i videogiochi (almeno di non voler guardare alle visual novel). La cosa più simile a Yurukill è forse la serie di Danganronpa.
Colpevole fino a prova contraria
La struttura del gameplay di Yurukill the Calumniation Games è ciclica e abbastanza semplice da memorizzare. L’intero gioco è strutturato in capitoli, proprio come una vera e propria visual novel. Qui assisteremo a parecchie conversazioni e avremo anche qualche piccola scelta da fare che però, a quanto visto, impatta poco sulla storia effettiva che affronteremo.
Nel momento in cui arriveremo alle attrazioni inizierà il gioco vero e proprio che avrà una classica struttura da escape game. Avremo davanti una schermata con vari oggetti da cliccare e con cui interagire. Ogni attrazione è piena di enigmi e puzzle da risolvere, oltre che di indizi su ciò che è successo tanto al nostro prigioniero quanto all’esecutore. Il gioco fortunatamente memorizza ogni oggetto/documento utile, anche perché la difficoltà, pur non essendo impossibile, non è neanche così bassa da essere banale.
Ogni attrazione è suddivisa in tre fasi, ognuno caratterizzato virtualmente da tre stanze esplorabili e necessarie a risolvere i misteri presenti, così da avanzare alla fase successiva. Perché virtualmente? Perché non sempre sarà possibile esplorare davvero tutto visto che il gioco si piega spesso alla narrazione. Ovviamente l’enigma della terza fase è spesso quello più difficile da risolvere, ma prima bisogna arrivarci.
Tra la 2° e la 3° fase infatti dovremo superare il Maji-Kill Time, uno speciale quiz in cui il prigioniero dovrà cercare di convincere il suo esecutore a non ucciderlo lì sul posto, cercando di fornire risposte che non alzano la sua “voglia di uccidere.” Una situazione di vita o morte che può portare ad un rapido game over (fortunatamente il checkpoint è proprio all’inizio del Maji-Kill Time). Sono morto più volte qui che in tutto il resto del gioco, anche perché non sempre le risposte sono intuitive.
Completata l’attrazione e la fase di esplorazione, si entra nella 2° parte di gameplay, quella bullet hell, ovvero lo Yurukill Judgement. Tramite dei sensori di realtà virtuale il prigioniero guiderà una navicella per trovare e affrontare l’esecutore. Ogni prigioniero ha delle proprie specifiche caratteristiche e dei propri attacchi speciali (anche se li potremo scegliere solo nella modalità Score Attack). I comandi sono quelli tipici di uno shoot ’em up di questo tipo, con tanto di bombe e pulsante auto-attack.
Anche lo Yurukill Judgement è diviso in 4 fasi. La prima è un quiz ad alta velocità che determinerà il numero delle vite di partenza. Dovremo rispondere rapidamente ad una serie di domande che verificheranno se abbiamo fatto attenzione durante l’esplorazione e se abbiamo raccolto tutte le informazioni nella fase di esplorazione. Conclusa questa entreremo direttamente nella sezione shoot ’em up. Questa sarà articolata su tre livelli, ognuno dei quali ha un boss alla fine (che poi altri non è che l’esecutore).
Il livello di difficoltà dello Yurukill Judgement è medio-alto e può sicuramente cogliere impreparato chi non è abituato a giochi di questo tipo, ma partire con un buon numero di vite può essere utile ed alla fine i checkpoint sono molto permissivi. Ogni volta che sconfiggeremo un boss, entreremo nella 3° fase, la Prejudice Synapse, dove passeremo al vaglio gli indizi e i documenti raccolti per trovare quello decisivo che ci permetterà di spezzare il pregiudizio dell’esecutore, magari perché prova inconfutabilmente che è in errore.
Distrutti tutti i pregiudizi, alla distruzione dell’ultimo boss, dovremo affrontare il Mind Maze, il labirinto nella mente dell’esecutore. Ci saranno sottoposte 5 scelte e dovremo decidere velocemente quale è quella giusta. L’obiettivo è trovare la verità e capire che cosa vuole davvero l’esecutore. Più semplice a dirsi che a farsi. Ah, come se non bastasse, ogni errore sia nella 3° che nella 4° fase ci costerà ben 3 vite quindi incontrare il game over non è minimamente difficile. Complessivamente Yurukill offre un notevole livello di sfida, anche se non è mai frustrante.
La bellezza può essere colpa come redenzione
Considerando la maestranza che è dietro Yurukill The Calumniation Games, mi sembra quasi scontato affermare che il lavoro artistico, tanto a livello di design che di grafica, musica e sonoro, è di altissimo livello. La cura del dettaglio è quasi maniacale e spesso quello che vediamo/sentiamo giocherà con i nostri sensi ai fini di generare la giusta atmosfera straniante ricercata da questo gioco.
Ogni personaggio rappresenta un trope diverso ed è a suo modo affascinante ed attraente. Già solo l’aspetto spinge a scoprire cosa si nasconde dietro ogni coppia, dietro Binko e dietro Yurukill Land. Il fatto che poi tutto sia presentato come se fosse un parco gioco ultra-cool, colorato e luccicante, è valore aggiunto. Sicuramente la presentazione grafica fa il 50% del lavoro qua introducendo il titolo in uno stile riconoscibile e molto giapponese.
Non che sia tutto oro quello che luccica. Si nota molto lo stacco tra i disegni bidimensionali e le aree di gioco. Soprattutto i livelli dello Yurukill Judgement hanno una grafica 3D abbastanza rozzetta, per quanto funzionale. Avrei per altro preferito una maggiore personalizzazione dei nemici in base alle circostanze mentre, escludendo il boss finale di ogni livello, sono tutti sul fronte del “banale/generico” andante. Ho invece apprezzato che alcuni stage richiamino gli eventi coinvolti.
Quanto al comparto sonoro, invece, c’é davvero ben poco da dire. La soundtrack è assolutamente perfetta, veicola senza errore le emozioni e l’atmosfera che i giocatori devono provare, spesso un costante stato di ansia e urgenza. Ho apprezzato anche il fatto che l’intero gioco fosse doppiato con delle prove attoriale neanche di seconda mano, anzi. Complessivamente la direzione artistica testimonia l’amore e l’affetto che gli sviluppatori hanno riversato in Yurukill.
Un giudizio decisivo, indiscusso e unanime
Concludendo, non ho dubbi nell’affermare che pur non essendo un gioco adatto a tutti, Yurukill the Calumniation Games resta un titolo che deve essere assolutamente presente nella libreria di qualsiasi videogiocatore che si definisca tale. Questo non solo perché è un gioco qualitativamente ben realizzato, ma perché rappresenta un’ulteriore evoluzione di due generi che stavano un po’ ristagnando in sé stessi dopo aver trovato una rinnovata giovinezza con l’avvento del web.
Siamo onesti, sia gli escape game che i bullet hell stavano un po’ finendo le idee e Yurukill rappresenta una ventata di aria fresca per entrambi. Ovvio che questo è un concetto che ha dei limiti. Chi si aspetta SOLO un escape game o un bullet hell resterà inevitabilmente deluso. Soprattutto i fan del secondo genere potrebbero storcere non poco la bocca davanti ad un ritmo di gioco tutt’altro che elevato per gran parte della durata della modalità principale.
Yurukill the Calumniation Games sarà disponibile, a partire dall’8 luglio, su Steam, Nintendo Switch, PlayStation 4 e PlayStation 5. Considerando il costo esiguo di circa 40 euro, è una spesa che consiglio assolutamente di fare. Per quanto però riguarda il pubblico italiano, devo fare un avvertimento ulteriore perché il gioco non ha una traduzione nella nostra lingua, purtroppo. Considerando l’importanza che ha la narrazione in Yurukill, per chi non sa l’inglese questo non è un acquisto valido.
Spero ovviamente che la questione linguistica venga risolta in futuro, anche perché, ripeto, Yurukill the Calumniation Games è a mio parere un must-buy, un titolo come ne escono pochi in una generazione.
Ho il forte timore che passi inosservato, come altri videogiochi “innovativi, ma di niccia” che hanno l’unica colpa di venire dalla terra del sol levante. Sta a te fare in modo che non sia questo il caso. Se come me sei amante di questi due generi e vuoi vedere fino a che punto si possono spingere, Yurukill è un acquisto che non puoi mancare.