Sviluppato e pubblicato da 9FingerGames in sinergia con JanduSoft, Zapling Bygone è uno stravagante metroidvania a tema “alieni e spazio” dove impersoneremo una bizzarra e spietata entità aliena. Noi abbiamo accompagnato il bizzarro alieno verdognolo lungo tutta la sua modesta avventura su PlayStation 5 questa è la nostra recensione.
Zapling Bygone – crudeltà aliena
Lo diciamo subito, Zapling Bygone non punta molto sulla narrativa e anzi, a prima vista potrebbe fare erroneamente pensare di essere una sorta di variante re-skinnata di Carrion (qui trovi la nostra recensione per PlayStation 4). Eppure, nonostante ciò, tra pagine di fumetto e voce fuori campo, Zapling Bygoneriesce a raccontare una storia fatta di spietata crudeltà. E la cosa più affascinante è che a raccontare la trama sarà soprattutto il mondo di gioco e le sue vittime piuttosto che il protagonista.
Questo perché in Zapling Bygone impersoniamo una creatura aliena tentacolare di colore verdognolo che altro non è che una piccola goccia di una mente alveare aliena gigantesca e con intenzioni espansionistiche prive di scrupoli. Tradotto: dobbiamo distruggere ogni cosa. Questo è il nostro obiettivo, scoprire il nuovo mondo, adattarsi, sopravvivere, combattere, vincere e infine dominare. E in Zapling Bygone questa sorta di crescita graduale la si sente grazie a un sistema di potenziamenti e di padronanza ludica che andiamo subito ad approfondire!
Teschio tuo, potere mio
Zapling Bygone è un metroidvania in 2D che, a essere del tutto onesti, pecca proprio nel coraggio. Non c’è grande originalità né nel level design né del protagonista (che, ancora una volta, ricorda palesemente la creatura di Carrion). Anche per abilità non spicca e infine i collezionabili (utilissimi per approfondire la lore del titolo e per metterci alla prova nelle sfide più ostiche) vengono posizionati come da copione. Quindi sì, Zapling Bygone è un solido metroidvania che però presenta una struttura vista e rivista e che non osa nonostante un potenziale identitario molto buono.
Nel dettaglio, comandare il piccolo alieno verde è abbastanza semplice e nonostante la sua struttura tentacolare non ci saranno enormi variazioni. Le variazioni, se così vogliamo chiamarle, le avremo quando inizieremo a collezionare teschi. Esatto, la goccia verde aliena assume forza e poteri in base al teschio di cui s’impadronisce e non solo. Il teschio e quindi il suo portatore originario, parlerà e ci comunicherà i suoi pensieri, la sua storia (ed è tra le cose più interessanti, come anticipato, dell’intera narrazione del titolo).
I suddetti teschi offrono quindi un importante mutamento nel sistema ludico del titolo. Banalmente, il teschio del re topo ci permetterà, una volta indossato, di arrampicarci sui muri aprendo nuove strade e permettendoci così di tornare anche indietro per sperimentare nuove strade (come il più classico dei metroidvania, appunto). Ma non solo, alcuni teschi modificheranno anche il nostro stile di combattimenti che di base è abbastanza classico. E parlando di combattimento, escludendo i boss (che possono risultare perfino frustranti dato il livello di difficoltà), non c’è mai nulla di realmente originale o ostico seppur il livello di difficoltà complessivo di Zapling Bygone si attesti nella media del genere con alcuni gradevoli picchi (offrendo così un’intrattenimento degno anche per chi è abbastanza abituato al genere).
Oltre ai teschi, l’alieno potrà anche ottenere degli upgrade da indossare a nostra libera scelta, utilizzando l’apposito menù. Quello che fa invece storcere il naso complicando un po’ troppo l’esplorazione e il rispettivo orientamento di area in area, è la mappa. Questa si forma troppo lentamente e non regala istruzioni precisa e istantanee permettendo qualche inutile giro di troppo (nulla di grave per chi vive di pane e metroidvania, ovviamente). Da segnalare anche la già citata presenza di diverse tipologie di collezionabili che invitiamo a raccogliere e svelare sia per vivere al meglio la struttura dei vari biomi (suddivisi in varie aree collegate tra loro da brevi caricamenti indolore) sia per poter approfondire la conoscenza del mondo di gioco e del gioco stesso (senza contare che ci sono anche potenziamenti per i vari teschi).
A complicare un po’ le cose, aumentando leggermente il livello di difficoltà, c’è anche il “plasma verde“. Si tratta di una sorta di valuta di gioco che si ottiene eliminando i nemici o distruggendo determinati oggetti. Accumulare plasma serve per diverse azioni tra cui quella di salvare. Esatto, per salvare serve il plasma. Il salvataggio del gioco, nonché l’attivazione della relativa di zona di respawn, non è altro che un piccolo altare da attivare per poterlo poi utilizzare in futuro.
Grafica e sonoro
Graficamente, parliamo di un videogioco in 2D che punta tutto sulla pixel art, con uno incontro/scontro di colori accesi in ambientazioni cupe. Il colpo d’occhio generale funziona discretamente bene e riesce anche a regalare un’identità abbastanza buona a un titolo che rischierebbe di risultare pericolosamente anonimo. Buone anche le animazioni, soprattutto del protagonista anche se leggermente inferiori rispetto al già citato Carreon.
Positiva invece la struttura a biomi (circa sei) che risulta essere abbastanza varia e, seppur poco ispirati in termine di level design (e relativo posizionamento di nemici e trappole) può regalare qualche momento sorprendentemente originale e anche gradevole da percorrere e scoprire. Il sonoro fa il suo dovere senza mai spiccare realmente. Buoni anche gli effetti sonori. Da segnalare, invece, la totale assenza della lingua italiana (solo sottotitoli in inglese) ma la mole di testi presenti nel titolo è relativamente bassa e facilmente comprensibile.