Il nome di questo gioco è Zarvot, un twin stick shooter (in cui si usa un solo stick) uscito in esclusiva per Nintendo Switch lo scorso 18 Ottobre. Scopriamo assieme se l’avventura di Charcoal, Mustard e Red, i tre letali cubetti protagonisti del gioco, valga la pena di essere vissuta.
Cosa non si farebbe per un amico?
In Zarvot interpreteremo Charcoal, un cubetto color cobalto, intento nella creazione del regalo definitivo da fare al suo amico Red. Ogni elemento che andrà a comporre questo regalo sarà il motivo per incontrare il suo compagno di avventure Mustard (potreste già intuirne il colore) e gettarsi in un nuovo livello pieno di mostri poligonali da far fuori. La caccia ai regali non sarà affatto un’impresa facile e capire cosa si nasconde dietro allo strano comportamento di Red diventerà lentamente una nostra prerogativa.
Il modo in cui la storia di Zarvot ci viene raccontata è veramente strano: si passa da momenti no-sense, a battute che sfondano la quarta parete a sezioni malinconiche e tristi. Il miscuglio generato da questi elementi però risulta coeso e, dopo le prime stramberie, inizierete ad accettare ciò che vedrete a schermo senza farvi troppe domande. La voglia di proseguire nella storia è generata dal voler capire cosa ci sta sotto, nel voler comprendere cosa si nasconda dietro il delirante mondo di messo in scena dai ragazzi di Snowhydra Games e in quale altra paradossale situazione dovremo imbatterci.
Soli o male accompagnati?
La campagna per giocatore singolo di Zarvot si sviluppa in modo molto lineare tramite spassose scene di dialogo e dodici livelli che, pur non stupendo mai il giocatore, sono divertenti e appaganti da affrontare. Il design di quest’ultimi è veramente essenziale portando a schermo l’alternanza corridoio-arena-corridoio che avrete già incontrato migliaia di altre volte. Peccato solo perché verso la fine della campagna vengono aggiunti una manciata di sezioni platform e una serie di interruttori con cui interagire: spunti basilari che, se esplorati più a fondo, avrebbero potuto donare maggiore varietà al titolo.
Pur presentando una formula per niente innovativa però, grazie alla natura portatile della Switch, ai check-point molto ravvicinati, alla frenesia dell’azione e al mood generale del titolo, Zarvot si lascia giocare che è un piacere, senza troppi pensieri o rimpianti. Probabilmente non vi lascerà un segno indelebile nella memoria, ma la frenesia dei combattimenti e la resa così surreale di situazioni e ambienti presenti nel gioco valgono da sole il prezzo del gioco che, per la cronaca, è di 19,99€.
Se non foste sazi di cubetti terminata la campagna potreste cimentarvi nell’Arcade e nelle varie modalità Versus. I livelli di queste due modalità si sbloccheranno trovando i collezionabili sparsi per gli stage della Campagna per giocatore singolo e, una volta raccolti, diventeranno disponibili dal menù principale. In Arcade vi troverete da soli in un’arena a dover affrontare delle orde di nemici sempre più agguerriti cercando di ottenere il punteggio migliore. Nelle modalità versus invece dovrete sfidare i vostri amici nel raggiungere vari obbiettivi: è in questo frangente che Zarvot da il meglio di sè. Le meccaniche di gameplay che mette in scena Zarvot sembrano essere nate per questa modalità trasformando il titolo in un vero e proprio Party game divertente e caciarone.
Esplosioni di poligoni e laser squadrati
Si, va bene, ma cosa si fa in Zarvot? In Zarvot si combatte e lo si fa anche con un certo stile. Il nostro letale cubetto avrà dalla sua diverse armi e capacità che gli permetteranno di affrontare gli avversari che incontrerà sulla sua strada. Con Charcoal infatti potremo sparare laser a ripetizione, caricare un colpo per emettere un raggio letale capace di distruggere i muri, girare come una trottola colpendo gli avversari con delle spine e un’altro paio di chicche che lascio scoprire a voi.
Il dado blu poi ha anche un’agilità invidiabile: fra un doppio salto e un dash avrete tutti i mezzi necessari per evitare i proiettili nemici. Altra chicca interessante è che ogni tipo di attacco o movimento ha una barra che, se riempita, andrà in cooldown e bloccherà le mosse ci Charcoal per diversi secondi, ciò significa che non potete mettervi a sparare a casaccio e credere di farla franca.
Oltre alle divertenti abilità di Charcoal, è la varietà dei nemici che incontreremo a rendere i combattimenti di Zarvot veramente divertenti e frenetici. Fra cubetti che vi si fionderanno addosso appena verrete avvistati, torrette da distruggere con una specifica mossa, colpi da evitare e onde d’urto, l’attenzione del giocatore verrà stimolata in ogni singolo secondo di gioco. Per non parlare poi delle boss-fight completamente no-sense presenti nel gioco: preparatevi a duellare contro letali tetrapak di latte e paperelle gommose molto vendicative.
a e s t h e t i c
La direzione artistica di Zarvot è veramente singolare, i ragazzi di Snowhydra Games hanno infatti creato un mondo composto di elementi Low-Poly innestati in ambienti più complessi e realistici. A questa idea generale poi aggiungete una gestione delle luci molto interessante, dei particellari belli da vedere e un sound design curatissimo e potreste iniziare ad intuire lo stile che avvolge questa produzione. Lo stile di Zarvot è così particolare che sicuramente non verrà apprezzato da tutti, vi consiglio quindi di guardare i vari screenshot presenti nella recensione per capire se potrebbe fare al caso vostro.
Anche le musiche e gli effetti sonori presenti nel gioco sono veramente incredibili. La colonna sonora minimale, l’eco dei proiettili e il suono delle esplosioni riescono nell’intento di catturare il giocatore in questa assurda dimensione squadrata e combattiva.
Il gioco presenta purtroppo bug e problemi tecnici e in diverse situazioni mi sono ritrovato costretto a uscire e rientrare dal gioco per poter ricominciare a giocare. Mi sono imbattuto in una cut-scene buggata, passerelle fantasma, punti di spawn che mi portavano a morte perpetua e in altri problemi tecnici che rendono Zarvot un prodotto non proprio rifinito alla perfezione. Il gioco poi gira perfettamente in modalità dock ma, in versione portatile, in diverse situazioni mi sono scontrato contro un frame rate non proprio solido.