Zero Hour è un videogioco FPS tattico sviluppato da M7Production che ricalca molto altri titoli di successo del genere, esaltando la componente di strategia e di personalizzazione del proprio operatore, cercando anche di aggiungere qualche elemento nuovo, non riuscendo mai veramente ad innovare il genere e risultando spesso un prodotto derivato da giochi molto più famosi e di successo.
Uno sparatutto strategico in solitaria o in compagnia
Come già detto Zero Hour cerca di riprendere gli elementi di forza di altri giochi simili decisamente più famosi. Nel gioco potremmo giocare a varie modalità sia in singolo che in multiplayer: si passa dalla partita rapida senza particolari set di regole, al match privato, alle missioni della storia, anch’esse giocabili sia da soli che con un team. Gli obbiettivi delle missioni variano: passeremo dal dover disinnescare una bomba o salvare degli ostaggi nel caso fossimo la squadra attaccante, a difendere il perimetro della mappa dagli intrusi nel caso si giocasse nei panni del difensore.
Le missioni della storia
Nella modalità storia procederemo in vari scenari in cui interpretiamo membri delle forze speciali intenti, solitamente, a fermare una squadra di terroristi. C’è da dire che chiamare queste missioni “modalità storia” è un eufemismo, in quanto i filmati di introduzione serviranno solo ad illustrare lo scenario e gli obbiettivi da portare a termine. Non c’è una vera storia che va avanti, e noi interpreteremo sempre il nostro operatore personalizzabile.
Un gameplay inutilmente complesso
Il gameplay e le meccaniche di Zero Hour sono rivolte sicuramente agli amanti del genere, che probabilmente hanno già giocato a titoli simili, forse anche più complessi, e a giocatori di questo tipo non credo sembreranno affatto così complicati. Ma per chi non mastica questo genere di FPS potrebbe essere molto difficile il primo approccio. Fortunatamente è presente già dal menù principale un tutorial che spiega, anche se in maniera piuttosto sbrigativa, le meccaniche principali del gioco. Ho trovato personalmente strane alcune scelte per quanto riguarda i comandi, in particolare la funzione della rotella del mouse: se nel 90% degli FPS serve a cambiare le armi equipaggiate, in questo gioco serva a cambiare la velocità di movimento del nostro operatore.
Un altro aspetto che poteva essere reso meno complicato e anche migliore riguarda le granate letali e tattiche. Come in molti altri FPS potremo portarci appresso due tipi di granate. Per selezionare l’una o l’altra dovremmo altrernarle nell’inventario premendo i tasti 3 o 4 rispettivamente, e solo dopo lanciarle con il tasto apposito. Da subito mi è sembrato un sistema inutilmente complicato: sarebbe bastato assegnare a ognuna il proprio tasto, senza quel passaggio intemedio.
Com’è la modalità storia di Zero Hour?
All’inizio di ogni missione avremo la possibilità di ascoltare un breve briefing della missione in cui ci verrà illustrato il problema da risolvere e gli obbiettivi da portare a termine. Per esempio, nella primissima missione il team dovrà neutralizzare un gruppo di criminali in un complesso di edifici. I piani di azione della squadra potranno anche essere discussi prima di scendere in campo, grazie a una mappa della zona che permetterà ai giocatori di pianificare in anticipo le loro mosse. Gli approcci possono essere molteplici: attaccare dai lati, dall’entrata sul retro, dal giardino, arrampicarsi con dei cavi al soffitto e ripulire l’edificio un piano alla volta partendo dall’altro, staccare la corrente e lasciare i nemici al buio, mentre i giocatori potranno usare i visori notturni.
In questa fase si potrà anche scegliere l’equipaggiamento, e anche se le armi sono parecchie, non ho trovato molta differenza tra le varie armi della stessa classe. Certamente usare un fucile a pompa al posto del fucile d’assalto cambierà parecchio l’approccio, ma provando vari armi della stessa tipologia non si notano grandi differenze, e mi sono ritrovato ad usare semplicemente l’arma con il caricatore più capiente, dato anche il fatto che i nemici, così come i giocatori, hanno davvero poca vita.
Nemici: tra tiratori scelti e deficienti artificiali
Nel titolo, come in moltri altri giochi simili, potremo approcciare e neutralizzare i nemici in vari modi. Se quello più diretto ed efficace possa sembrare eliminarli in modo letale, il gioco ci mette a disposizione altri metodi. Tra le varie armi potremmo infatti sceglierne alcune non letali, come il teaser, che serviranno a mandare a terra i nemici per poi arrestarli. Questo ovviamente ci garantirà dei bonus alla fine della missione, oltre che risparmiarci una lavata di capo dal quartier generale.
I questo gioco è molto difficile capire come funziona l’intelligenza artificiale dei nemici, perché se alcuni si comportano come dei pezzi di legno in un corridoio aspettando che il giocatore li faccia fuori, altri sono dei veri e propri T-800 pronti a terminarti appena farai capolino nella loro stanza. A volte i nemici sembrano senza mani da quanto non riescano a colpirti, mentre in altre occasioni ti spareranno dritto nella croce degli occhi. Come già accennato tutti in questo gioco hanno una salute molto bassa, e possono bastare meno di tre o quattro colpi per mandare al tappeto un personaggio.
E il multiplayer?
La formula di Zero Hour è molto classica, soprattutto quando si arriva al comparto multiplayer: i giocatori assidui di Counter Strike si sentiranno subito a casa con un gameplay tattico come questo. Una grossa differenza con i titoli più famosi, come anche i vari Rainbow 6, è che in questo titolo le infiltrazioni sono molto più lente. Ovviamente dipende dallo stile del giocatore o del team, ma qui si passa molto più tempo a pianificare l’attacco o la difesa che in altri titoli simili.
Gli obbiettivi sono i classici che si trovano nel genere, come disinnescare le bombe o mettere in salvo degli ostaggi. Dopo ogni partita riceveremo dei punti con cui potremo salire di livello, sbloccando armi, oggetti e altre opzioni per personalizzare il nostro operatore. Ovviamente la massima esperienza è riuscire a giocare a questo gioco con degli amici, così da potersi coordinare meglio rispetto a delle partite con giocatori casuali.
Comparto tecnico non invidiabile
Sicuramente in questo tipo di giochi il fattore simulativo e di immesione è fondamentale, e Zero Hour in questo riesce: dal briefing iniziale della missione, alla pianificazione di quest’ultima, fino ad arrivare alla scelta dell’equipaggiamento. Nonostante il titolo tecnicamente non sia eccelso, riesce a giocare bene le sue carte e a restituire un’esperienza di tutto rispetto, con qualche errore. Se da un lato, nonostante risultino un po’ datati, i modelli dei personaggi e degli ambienti siano ben fatti, le animazioni lasciano a desiderare: soprattuto per quanto riguarda i movimenti dei personaggi e soprattutt dei nemici.
Un altro punto di forza sprecato sono le musiche, che se da un lato non sono niente male e riflettono l’atmosfera militareggiante, dall’altra distraggono troppo e coprono i rumori ambientali e dei nemici intorno a noi, quindi mi sono trovato ad abbassarla al minimo quasi subito. D’altra parte però il sound design è molto ben curato: passi, rumori ambientali e armi da fuoco sono ricreati con fedeltà e riescono a guidare il giocatore nei vari ambienti del gioco.