ZERO Sievert è un titolo che fin dalle premesse sembra quasi riprendere il concept di Mini DayZ, ovvero quella versione tascabile dell’omonimo survival su PC, che portava meccaniche molto simili in un’ottica 2D. Il risultato, però, in questo caso si dimostra decisamente più riuscito ed esaltante, come vedremo nella nostra anteprima.
ZERO Sievert non è infatti un semplice Tarkow semplificato e buttato in una grafica bidimensionale, ma si dimostra un titolo in grado di dire la sua nel panorama del genere (come Marauders, in modo diverso), grazie a un livello di dettaglio che valorizza tutta la produzione. Vediamo insieme perché.
ZERO Sievert: dove la storia è solo un pretesto
ZERO Sievert non ha una vera e propria trama, ma ci mette davanti a un semplice pretesto narrativo, molto simile a quello visto in altri titoli del genere. Il mondo è andato a farsi benedire per un incidente avvenuto in una centrale nucleare, dove apparentemente si facevano esperimenti non troppo sicuri. L’esplosione ha causato il diffondersi di radiazioni, che hanno portato alla nascita di mutanti e al collasso dell’intera società.
Ciò che resta della civiltà è ormai racchiuso in un bunker e in insediamenti arrangiati alla buona, dove i sopravvissuti cercano di andare avanti giorno per giorno, ricorrendo alla violenza. Il protagonista è proprio uno degli operatori di questo bunker, incaricato di uscire nella zona contaminata, raccattare varie risorse ed estrarre, portando a casa le provviste.
La trama resta quindi di sottofondo e viene approfondita solo occasionalmente tramite i dialoghi con PNG, ma non è detto che in futuro non avremo altri assaggi della loro di ZERO Sievert. Teniamo a mente, però, che il cavallo di battaglia del titolo è il gameplay.
Radiazioni, sparatorie e…lupi nascosti nei campi!
Il gameplay di ZERO Sievert prende a piene mani dal loop visto in Escape from Tarkow, qui adattato sapientemente a un gameplay bidimensionale con visuale dall’altro. Proprio questa caratteristica può trarre in inganno, facendo pensare che il titolo sia una versione più leggera e spensierata del famoso sparatutto…nulla di più falso.
Come ogni extraction shooter, le partite iniziano nel nostro HUB centrale, da cui è possibile accettare missioni da completare, creare armi e oggetti, personalizzare il nostro equipaggiamento e interagire con i vari mercanti. La preparazione deve prendere in considerazione diversi elementi, come l’armatura, l’elmo, le armi e i vari tipi di munizioni, da avere nell’inventario per poter sparare con le nostre bocche da fuoco. Troviamo poi uno snellimento dell’inventario stesso, che elimina la necessità di avere i caricatori e che consente al giocatore di partire sempre con l’equipaggiamento di base anche dopo la morte.
Non parliamo però di un videogioco semplice. Ogni arma può infatti essere personalizzata in molti modi, con vari accessori che ne influenzano le statistiche e le performance (addirittura il mirino permette di ingrandire la visuale dove abbiamo il cursore) e abbiamo a disposizione persino diversi tipi di munizioni, adatte a varie occasioni e con statistiche a loro volta diverse.
Allo stesso modo, abbiamo diversi tipi di medipack, che curano diverse ferite – Sanguinamento, che causa un DoT e Ferita, che riduce la salute massima – e cibo e acqua per poter ridurre i morsi della fame e della sete. Si perché ZERO Sievert ha anche meccaniche da survival, dato che il nostro personaggio deve gestire Fatica, Fame, Sete e Radiazioni, quattro “barre” che scendono progressivamente durante le partite e che possono essere gestire con i giusti oggetti o evitando di stare in azione troppo tempo.
In poche parole, ZERO Sievert presenta meccaniche survival non troppo elaborate, ma comunque appaganti, affiancate a una gestione dell’equipaggiamento e delle missioni che delinea un senso di progressione sempre presente e decisamente non banale. Partiamo quindi da ottime basi, che possono poi essere ampliate in futuro con altri aggiornamenti.
Ma tutto questo serve ad entrare nel vivo dell’azione. Dopo essere partiti dall’HUB ci troviamo in una mappa generata proceduralmente (in puro stile roguelite, per intenderci) dove vari punti di interesse, nemici, loot e alleati sono sparsi a caso. Esplorando questo scenario relativamente vasto possiamo quindi trovare loot, pericoli e…morte. Si perché, in ZERO Sievert morirai tantissime volte.
Le meccaniche da shooting sono infatti molto ben congegnate e affiancano al classico twin stick shooting tanti piccoli dettagli che contribuiscono a dare un feeling di realisticità al tutto. Tanto per cominciare, lo scenario rivelato non è quello visibile a schermo, ma solo quello nella linea visiva del personaggio. A questo si aggiunge la precisione dell’arma, influenzata dalle sue performance e dal nostro cursore, più preciso quando puntato sul nemico. Allo stesso modo, essere in copertura permette di ridurre la possibilità di essere colpiti e così via.
A tutto questo si aggiungono stati alterati come il Sanguinamento e la Ferita, a loro volta conseguenti i colpi subiti. Questo insieme di meccaniche influenza enormemente lo shooting e rende ZERO Sievert più profondo di quanto possa apparire. Siamo comunque davanti a un gameplay ripetitivo, complici anche i limiti intrinseci in un titolo 2D, ma non è da escludere che futuri aggiornamenti possano rendere il tutto ancora più profondo e vario.
ZERO Sievert parte quindi molto bene, e si dimostra un’ottima base da cui partire per creare un titolo unico nel panorama del genere e, forse, come sostituto di Tarkow su mobile, dove si presterebbe benissimo. Resta solo da vedere come queste potenzialità verranno sfruttate.
Tecnicamente convincente
ZERO Sievert ha un comparto tecnico non troppo elaborato, visto che scenari e sprite sono composti da pochi pixel, inseriti in un ambiente bidimensionale e con animazioni mai troppo complesse. Tutto questo viene però valorizzato dai vari dettagli posti nel comparto estetico, che grazie alla palette di colori, a poche animazioni e al design degli sprite, riesce comunque a dare un’atmosfera ricca di tensione e riconoscibile.
Infine, il comparto sonoro è eccellente, grazie a una serie di effetti sonori che permettono di immergersi a dovere negli scenari. Esplorando sentiamo infatti i passi, il vengo, il fruscio degli animali e persino gli spari provenire da direzioni specifiche. Tutto questo permette allo scenario bidimensionale di sembrare “vivo”, valorizzando a dovere l’esplorazione e creando momenti carichi di tensione.