EastAsiaSoft non è di certo una software house conosciuta ai giocatori occasionali, ma se sei appassionato di shoot’em up molto probabilmente ne avrai già sentito parlare: con un curriculum impressionante di piccoli ma variegati titoli “bullet hell“, come RXN Raijin, Fast Striker, ed il più recente Task Force Kampas, il loro sforzo per mantenere viva la fiamma di questo genere è lodevole.
Solo pochi mesi dopo l’uscita di Task Force Kampas, sono tornati con un altro piccolo sparatutto, Zero Strain, disponibile per PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch e PC.
Zero Strain è l’ultimo e nuovo shoot’em up di EastAsiaSoft
A differenza della maggior parte delle ultime release di EastAsiaSoft, Zero Strain cerca di concentrarsi molto di più sulla trama e questo è un po’ un problema: in poche parole, la storia è piuttosto confusa.
La trama è piena fino all’orlo di tonnellate di linee di dialogo e di quella tendenza tipica e fastidiosa di sostituire una normale e semplice terminologia con parole confuse per far sembrare il titolo più sofisticato, dove le navicelle sono chiamate “costrutti” o “catalizzatori“, per esempio.
Diciamolo onestamente, non siamo qui per la trama: siamo qui per far saltare in aria le cose. Zero Strain infatti non delude su questo aspetto, ma bisogna prima di tutto abituarsi alle sue meccaniche di gioco.
Zero Strain è un free-roaming shoot’em up, ti permette di guidare la tua nave in qualsiasi direzione entro i limiti dell’arena. Se voli al di fuori dell’arena inizierai a perdere gradualmente la salute perché… boh, chi lo sa.
Il tuo obiettivo in ogni livello varia dal dover difendere una struttura, sconfiggere un boss o sconfiggere una serie di ondate nemiche. Non importa il tipo di livello, il gameplay di base ruoterà sempre intorno a sparare a tutto ciò che è in vista.
All’inizio, sparare a tutto ciò che è in vista sembrerà un po’ strano e ostico
Il movimento complessivo del gioco ricorda quello di un Twin Stick Shooter, dato che ci si muove e si spara in diverse direzioni in qualsiasi momento. Tuttavia, si ha a disposizione di un solo Stick.
Anche i controlli sono un po’ strani: con la visuale dall’alto, ci si aspetterebbe di mirare con lo stick destro, invece si spara con il pulsante quadrato e l’auto-target va direttamente sul bersaglio più vicino.
All’inizio è davvero sconfortante, perché si dipende più dalla mira della nave che dal proprio tipo di strategia, ma dopo un pò ti ci abitui. Tra questo aspetto e l’inerzia della tua nave, inizialmente il gioco sembra un po’ disordinato.
Il lock-on introduce però un certo grado di rischio e di pericolo in quanto è necessario avvicinarsi un po’ di più ai nemici. Avrai anche bisogno di raccogliere le celle di energia che cadranno dai nemici sconfitti.
Non importa quale delle molte navi si scelga, si avrà sempre una pistola principale, tre mosse speciali e un’abilità passiva speciale, come se si stesse giocando con un personaggio di un MOBA.
Ad eccezione della pistola principale, che è anche l’attacco più debole, tutte le altre abilità devono essere caricate prima di essere usate. Hai indovinato: potrai caricare ogni abilità facendo saltare in aria tonnellate di navi nemiche. I controlli sembrano un pò confusi, ma alla fine dei conti è semplice e divertente.
Il sistema di progressione è semplice
In poche parole, ti viene chiesto di completare ripetutamente gli stessi brevi livelli con navi diverse, aumentando così il livello della tua base ogni volta che lo fai. Più alto è il livello di base, a più livelli si può accedere e più navi si possono creare con i giusti materiali, e si continua così fino alla fine del gioco.
Nei vari combattimenti del gioco, in particolare quelli dei boss, lo schermo sarà completamente riempito di effetti particellari, navi nemiche, esplosioni fino a diventare così caotico da non capirci più nulla.
Un altro problema è la difficoltà: Zero Strain alla lunga diventa abbastanza pesante, con nemici che devono essere evitati per aggirare gli scudi, il numero di nemici spropositato che può presentarsi in un’area e lo schermo confuso. Strano: per le prime ore di gioco mi sono chiesto se fosse possibile morire, qualche livello dopo, la sfida ha preso il via.
La grafica è particolarmente audace, con un grande look neo-retrò. Il gioco è in 3D, nonostante si giochi con la visuale 2D dall’alto.
Zero Strain è un vero e proprio casino, con le sue tonnellate di effetti particellari e lo schema di controllo confuso. Non fraintendermi, è comunque un pasticcio alquanto divertente.
Racchiude perfettamente l’anima dei bullet hell, ovvero la sensazione di abbattere centinaia di navi nemiche un turno dopo l’altro, come un dio della distruzione. Nonostante la sua buona dose di difetti, mi sono divertito con Zero Strain e lo consiglierei certamente agli appassionati di shoot em’up.
PS. Ha anche un trofeo di platino molto facile…
Zero Strain è attualmente disponibile su PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch e PC. Per ulteriori informazioni, visita il sito ufficiale.