Possiamo tranquillamente affermare che il retrogaming non è più una moda passeggera, ma un fenomeno ormai affermato. Sarà la nostalgia, sarà il fatto che quelli che erano i ragazzini di ieri sono diventati gli adulti di oggi, fatto sta che sempre più publisher decidono di riportare in vita perle del passato, magari anche meno conosciute.
È sicuramente il caso di Ratalaika Games che dopo aver resuscitato Aero the Acro-Bat, decide di dare una seconda vita anche al suo spin-off ovvero Zero the Kamikaze Squirrel. Sarà invecchiato bene? Meriterà la tua attenzione nonostante i suoi 30 anni? Dammi un po’ del tuo tempo e te lo dico.
Un po’ di storia
Trent’anni fa, Sunsoft lanciava Zero the Kamikaze Squirrel per Sega Mega Drive (o Genesis se sei avvezzo alla cultura americana) e Super Nintendo, un titolo che posso definire come lo spin-off ribelle di un altro gioco chiamato Aero the Acrobat, uscito nel 1993. In Aero, Zero era il fedele aiutante dell’antagonista Edgar Ektor, ma appena un anno dopo, il nostro scoiattolo kamikaze ha deciso di passare alla ribalta con un’avventura tutta sua. Mentre Aero the Acrobat ha già avuto le sue riedizioni sulle console moderne, finalmente è arrivato il momento di un ritorno trionfale per Zero.
Ma come si fa a passare da nemico a protagonista di un gioco? Facile! La trama ci svela che un boscaiolo poco raccomandabile di nome Jacques LeSheets ha deciso di radere al suolo la foresta di Zero per produrre carta su cui stampare soldi falsi, usando delle matrici rubate. Storia già sentita? Assolutamente sì, ma capiamoci stiamo pur sempre parlando di un gioco del 1994, quindi allora era tutto ancora molto originale.
Zero the Kamikaze Squirrel è difficile!
Zero the Kamikaze Squirrel è un platform in cui prenderai i panni di Zero e dovrai affrontare diversi livelli pieni zeppi di nemici eliminandoli a colpi di shuriken o usando i nunchaku. Ovviamente hai anche altre mosse a tua disposizione, tipo avventarsi con un avvitamento sui nemici, piombare dall’alto e persino fare una capriola in picchiata che, se eseguita al momento giusto, ti permette non solo di attaccare, ma anche di saltare più in alto.
Anche se il gioco originali è stato sviluppato da Sunsoft, la riedizione è curata da Ratalaika Games, la quale ha inserito qualche extra. Potrai esplorare la galleria e la colonna sonora, oltre a salvare e caricare i progressi tramite gli immancabili save states (ti basterà premere insieme L e R per accedere al menu degli extra).
Nel gioco sono disponibili anche la modalità Turbo e la funzione Rewind. Certo, il menu extra è parecchio minimale, anzi direi proprio spartano, ma ha tutte le funzioni che messe al posto giusto e tutto ciò che ti aspetteresti da una ri-edizione del genere. Perché dico quello che ti aspetteresti? Perché, come da tradizione in questi giochi, gli extra sono un contenuto apprezzabile, ma il gioco è esattamente quello di trent’anni fa, senza ritocchi o aggiornamenti. Ratalaika Games ha realizzato solo il porting, quindi qualsiasi difetto del gioco originale resta invariato.
Zero the Kamikaze Squirrel è un titolo che sa essere difficile, anzi a tratti è proprio frustrante. All’inizio del livello, si hanno cinque punti vita, con la possibilità di trovarne altri lungo il percorso, oltre che le immancabili vite extra. I primi livelli sono tipici dei platform 2D con qualche segreto qua e là, ma più si va avanti, più il gioco metterà a dura prova il tuo sistema nervoso. Molti livelli sono piuttosto lineari, ma alcuni sono veri e propri labirinti, infatti se prendi la strada sbagliata, ti potresti ritrovare all’inizio dello stage e sarai costretto a rifare sezioni intere (ovviamente sacrificare una vita per ricominciare dall’ultimo checkpoint è sempre una valida alternativa).
Anche il platforming è a tratti impreciso, soprattutto nei livelli avanzati, dove sarai costretto a saltare su piattaforme presidiate dai nemici senza molto spazio per attaccare. La capriola di Zero in aria non è un vero e proprio doppio salto, questo perché se lo fai subito dopo il salto, ti farà andare un po’ più in alto, ma farlo in discesa non ti aggiunge praticamente nulla. Dato che non puoi attaccare mentre ruoti, combattere i nemici sui bordi delle piattaforme può essere davvero snervante. E poi ci sono i boss. Passerai sicuramente un po’ di tempo a studiarne i movimenti, consumando punti vita e vite, ma una volta che capisci come affrontarli, sono relativamente semplici.
Zero the Kamikaze Squirrel è il tipico gioco anni ’80/’90, ovvero un’avventura impegnativa che richiede tempo soprattutto per la difficoltà. Per fortuna, il porting offre la possibilità di riavvolgere e salvare, funzioni che ti consiglio vivamente di usare senza remore. È un buon gioco? Si e no. Sì perchè comunque resta a tratti divertente, no perché ci sono dei punti effettivamente troppo ostici che verranno difficilmente digeriti dal giocatore moderno.
Una grafica che non è invecchiata di un giorno
Sebbene Zero the Kamikaze Squirrel non sia per nulla una remastered, è un’ottima conversione del gioco SNES. La grafica è vivace, in particolare per quanto riguarda i colori e le animazioni. Inoltre, il multi-scrolling è rimasto intatto e il gioco gira sempre in modo molto fluido. Peccato che non sia stata inserita anche la versione per Mega Drive, la quale è praticamente identica, ma le ombreggiature risultano meno intense. Questo avrebbe dato un metro di paragone tra le due versioni, ma probabilmente Ratalaika ha deciso di virare solo per la versione migliore.
Per quanto riguarda la musica, questa risulta parecchio orecchiabile. Le melodie sono molto piacevoli da ascoltare e queste possono essere esplorate da un jukebox nel menu. Benissimo anche gli effetti sonori, i quali riescono a dare molta enfasi al gioco, ma soprattutto a divertire il giocatore (su tutti il grido di battaglia di Zero, ispirato all’iconico urlo di Bruce Lee).